Regia di Luigi Magni vedi scheda film
Io ho conosciuto Luigi Magni quindi posso essere un pò di parte, già non ha lasciato nepotismi vari da squadra di calcio poiché non ha lasciato figli, e ciò è doppiamente apprezzabile in un ambiente come quello del cinema.
"Scipione detto anche l'Africano" venne dopo la grande affermazione di "Nell'anno del Signore", e il bell'esordio alla regia di tre anni prima con "Faustina", delineando una filmografia legata e rappresentativa della romanità storica in tre epoche diverse, come poche altre.
Trovandosi nell'Urbe romana dell'epoca senatoriale della Repubblica quindi senza Imperatori, ma anche senza preti, Magni non può conferire le sue irresistibili pennellate anticlericali, ma si rifà adattando un discorso metaforico e nemmeno tanto, sul Potere che ha bisogno per perpetuarsi del fascino della disonestà esercitato sulle plebi, visto che l'integrità è tantomeno gli uomini integerrimi e che di dedicano se non alla cosa pubblica soltanto alla Repubblica come al Paese, sono visti ancora più pericolosi da chi detiene il Potere stesso. E quindi per salvarsi da chi vuole apparire ancora più onesto di te come Catone interpretato da Vittorio Gassman, bisogna farsi passare e fingersi corrotti, approfittatori di bottini e razzie della guerra nelle varie campagne di Spagna, ricattabile e uguale a tutti gli altri "affinché nessuno possa scagliare la prima pietra, e er più pulito ci abbia la rogna", come ha a ricordare un ottimo Publio Cornelio Scipione romanesco(come tutti i personaggi compreso ) interpretato da Marcello Mastroianni, al Massinissa di Woody Strode doppiato da Renzo Montagnani, nel finale notturno abbandonando Roma per l'auto-esilio nella villa di Napoli. Raffinata colonna sonora di Severino Gazzeloni che ti cala proprio in un'atmosfera unica e in una epoca tanto lontana.
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