Regia di Dario Argento vedi scheda film
Il pianista Mark Daly diventa involontariamente testimone di un brutale omicidio e, con l'aiuto della giornalista Gianna Brezzi, inizia la sua indagine personale per scoprire l'identità dell'assassino. Il film è un collegamento tra gli incubi e le paure del presente ei traumi repressi nell'infanzia, sottolineanfo come spesso il passato riaffiori e destabilizzi la sicurezza del presente. La realtà ci appare come uno specchio distorto, dove le immagini sono confuse e non permettono allo spettatore di decifrare la verità, un tema centrale nel film che riflette la psicanalisi freudiana. In linea con la cultura post-'68, il film è una critica alla famiglia come istituzione ipocrita e "castratrice", mettendo in discussione il concetto tradizionale di "hortus conclusus" e "mammismo", e svelando un lato oscuro e oppressivo del nucleo familiare. Argento non mira a un giallo tradizionale, ma piuttosto a creare suggestioni emotive, rendendo "Profondo Rosso" è un capolavoro del genere per l'intensità dell'esperienza visiva. La regia sfrutta primi piani molto dettagliati per immergere lo spettatore nel clima di terrore e di violenza, creando una profonda partecipazione emotiva. La fotografia gioca un ruolo fondamentale nel creare l'atmosfera del film. Gli ampi contrasti tra luce e oscurità, le inquadrature evocative e l'uso di colori vivaci come il rosso, contribuiscono a dipingere un mondo disorientante e pericoloso. La composizione visiva è straordinaria, con un uso perfetto della luce e del colore, e un'attenzione maniacale ai dettagli, che sono fondamentali per trasmettere una sensazione di precarietà e di paura che prevale per tutto il film. La sceneggiatura si discosta dalla trama del giallo tradizionalee, e si focalizza sulla creazione di un'atmosfera inquietante e suggestiva. La trama, incentrata su una figura femminile, la madre, che funge da catalizzatore per svelare un segreto del passato, collegando l'omicidio presente a un trauma infantile. La figura materna è centrale e opprimente, simbolo di una castrazione psicologica e di una violenza repressa che si manifesta attraverso lo sviluppo del film. Le interpretazioni di David Hemmings e Daria Nicolodi sono molto convincenti, ma anche le figure di supporto come Gabriele Lavia, Clara Calamai, Macha Méril e Glauco Mauri sono notrvoli. La colonna sonora dei Goblin (e di Giorgio Gaslini) è stata fondamentale per il successo del film.
Profondo rosso (1975): David Hemmings
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta