Jack Crabb è cresciuto allevato da un capo Cheyenne, dopo che un pellerossa lo salvò in seguito a un attacco di predoni. Divenuto adulto, prova a vivere nella società dei bianchi e finisce arruolato tra i soldati di Custer; fuggito dopo un assurdo e inutile massacro di donne e bambini indiani, riprende la divisa solo per poter uccidere il generale, ma a Little Big Horn i guerrieri Sioux lo precedono: lui sarà l'unico superstite della battaglia.
Note
Grande performance di Hoffman in questo celebre western "contro", che restituiva ai nativi indiani tutta la loro dignità di popolo prima offeso e poi denigrato, ma era soprattutto una riflessione sulla crisi di una nazione e dei suoi racconti fondativi. Dissacrante, picaresco, ma anche struggente.
Opera che, filosoficamente, riesce persino ad andare oltre persino ad una messa in scena tra le migliori della storia del Cinema e a innalzarsi di fronte a magistrali prove attoriali. Soggettivamente non sono un amante spassionato del grottesco, ma qua siamo a livelli dove l'oggettiva bellezza sovrasta tutto. 9
Un viaggio alla "Barry Lindon" basato sui ricordi di un uomo, ormai ultracentenario, che rievoca la sua vita passata prima tra gli indiani Cheyenne e poi con un difficile riadattamento a quei bianchi a cui lo legava ormai solo l'aspetto esteriore
Da sempre i cowboy sono i buoni e gli indiani i cattivi. Ma Penn sa rovesciare il punto di vista in modo geniale, raccontandoci il genocidio sotto forma di un elegante favola sul vecchio West.
Non un western canonico è in realtà l'epopea di un uomo che non trova mai il suo posto attraverso tanti scenari diversi. Per gran parte è in chiave di commedia, ma finisce per raccontare la tragedia di un popolo. Alcune semplificazioni nella sceneggiatura lo rendono quasi surreale. Non mancano alcuni momenti di stanca. Grande Hoffman su tutti.
D. Hoffman è il memorabile protagonista di questo anti-western picaresco e struggente al tempo stesso che, in linea con la New Hollywood, si serve della contaminazione tra generi e del ribaltamento dei loro codici narrativi per abbattere il mito americano e la narrazione distorta che è stata fatta per molto tempo circa il genocidio dei nativi. 8,5
L'andatura picaresca, il tono farsesco e il respiro elegiaco sono i caratteri narrativi che fanno di "Piccolo grande uomo" di Arthur Penn un film che sa resistere bene all'usura del tempo. Si smascherano le falsità su cui si fonda tanta narrazione intorno ai fatti che sancirono la nascita di una nazione. In un capolavoro di calcolata semplicità.
Un western atipico che smonta i cliché di genere, pur mantenendo una struttura di base fortemente tradizionale. Dustin Hoffman viene lanciato nell'olimpo delle star di Hollywood in gran parte per merito suo, ma senza dimenticare il forte debito verso una pellicola divenuta meritatamente un cult.
Film simbolo della revisione del genere western, ne sovverte le regole dando una più realistica rilettura della storia degli indiani. Al centro della storia la battaglia di Little Big Horn raccontata in prima persona dal vecchio Jack Crabb (Dustin Hoffman magnificamente truccato) ad un giornalista.
-Arthur Penn è riuscito con "Piccolo grande uomo", a dare un addio umoristico agli ideali del selvaggio West . Film brutale con sarcasmo e denuncia che si combinano con successo.voto 6,5
Il piu' intenso ed epico western dalla parte degli indiani, con un meraviglioso D.Hoffman, a cui Penn affida il compito di raccontare, non senza indignazione, la storia americana dalla parte delle sue vittime. VOTO 9
Un capolavoro sempre attuale perchè, pur ambientato nello sfruttatissimo far west, tratta i temi dell'identità, del razzismo, della scoperta del sesso, dell'amicizia, ecc.Un must.
“Viene il giorno che l’erba non cresce, il vento non soffia e il cielo non è blu”.
Nel 1970 Piccolo grande uomo piomba come un macigno sulla coscienza sporca della storia americana. In un periodo in cui l’America faceva i conti con la propria storia e con le proprie contraddizioni, anche il western, genere per eccellenza del cinema a stelle e strisce, subiva un… leggi tutto
1970: ecco uscire nello stesso anno 3 titoli che, ciascuno con le sue caratteristiche ed i suoi meriti, hanno fatto storia nella nuova fase del cinema western. Difatti in quell’anno gli spettatori poterono vedere il tripudio di violenza e le brutalità commesse contro i nativi di Soldato blu, i rituali e gli aspetti meno noti della cultura indiana di Un uomo chiamato cavallo ed…
C'è tutto il mondo di Jack Crabb, ultracentenario che racconta la sua vita avventurosa, ne "Il piccolo grande uomo" (nome che gli era stato dato dagli indiani Cheyenne quando lo rapirono ancora bambino, portandolo con sè). Il film è lo specchio di un disadattamento, quello di un uomo che lascia la comunità che lo ha allevato e cerca di reintegrarsi con i bianchi, ma…
L'epoea western raccontata finalmente con l'occhio critico di chi simpatizza per gli indiani. Penn riesce a narrare il vecchio West ed il terribile genocidio perpetrato ai danni delle popolazioni indigene come una meravigliosa favola lunga un intera vita, quella dell'ultracentenario protagonista, interpretato nelle varie fasi da un grandissimo Hoffmann, perfetto per il ruolo ed…
Grosseto, 14 dicembre 1922 – Milano, 14 novembre 1971
"Non guardate i film, fateveli raccontare." (parafrasi di una "cit. & sic!" sui libri.)
E va bene, 100 di questi giorni no, m'almeno…
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Commenti (22) vedi tutti
Opera che, filosoficamente, riesce persino ad andare oltre persino ad una messa in scena tra le migliori della storia del Cinema e a innalzarsi di fronte a magistrali prove attoriali. Soggettivamente non sono un amante spassionato del grottesco, ma qua siamo a livelli dove l'oggettiva bellezza sovrasta tutto. 9
commento di fra_pagaUn viaggio alla "Barry Lindon" basato sui ricordi di un uomo, ormai ultracentenario, che rievoca la sua vita passata prima tra gli indiani Cheyenne e poi con un difficile riadattamento a quei bianchi a cui lo legava ormai solo l'aspetto esteriore
leggi la recensione completa di galavernaDa sempre i cowboy sono i buoni e gli indiani i cattivi. Ma Penn sa rovesciare il punto di vista in modo geniale, raccontandoci il genocidio sotto forma di un elegante favola sul vecchio West.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliGeniale e decisamente ironico. Sbeffeggia tutto quanto di sacro e intoccabile è stato messo in questi anni nei film western. 8
commento di BradyUn grande affresco, fuori dalle narrazioni canoniche ed epiche del western, ed anche contro di esse, almeno per quanto all'epoca si potesse osare.
commento di GioviNCCNon un western canonico è in realtà l'epopea di un uomo che non trova mai il suo posto attraverso tanti scenari diversi. Per gran parte è in chiave di commedia, ma finisce per raccontare la tragedia di un popolo. Alcune semplificazioni nella sceneggiatura lo rendono quasi surreale. Non mancano alcuni momenti di stanca. Grande Hoffman su tutti.
commento di MaurisurfD. Hoffman è il memorabile protagonista di questo anti-western picaresco e struggente al tempo stesso che, in linea con la New Hollywood, si serve della contaminazione tra generi e del ribaltamento dei loro codici narrativi per abbattere il mito americano e la narrazione distorta che è stata fatta per molto tempo circa il genocidio dei nativi. 8,5
commento di rickdeckardL'andatura picaresca, il tono farsesco e il respiro elegiaco sono i caratteri narrativi che fanno di "Piccolo grande uomo" di Arthur Penn un film che sa resistere bene all'usura del tempo. Si smascherano le falsità su cui si fonda tanta narrazione intorno ai fatti che sancirono la nascita di una nazione. In un capolavoro di calcolata semplicità.
commento di Peppe ComuneIl West dei pellirossa e dei pionieri, presentati "per quello che erano", in uno splendido affresco di grande respiro ed umanità.
leggi la recensione completa di Ippolito-AbelliForrestgumpiano :)
commento di moviemanGrandioso ed epico.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiUn western atipico che smonta i cliché di genere, pur mantenendo una struttura di base fortemente tradizionale. Dustin Hoffman viene lanciato nell'olimpo delle star di Hollywood in gran parte per merito suo, ma senza dimenticare il forte debito verso una pellicola divenuta meritatamente un cult.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloUn gioiello del western revisionista .
leggi la recensione completa di daniele64Eccezionale e memorabile
leggi la recensione completa di Furetto60Film simbolo della revisione del genere western, ne sovverte le regole dando una più realistica rilettura della storia degli indiani. Al centro della storia la battaglia di Little Big Horn raccontata in prima persona dal vecchio Jack Crabb (Dustin Hoffman magnificamente truccato) ad un giornalista.
commento di marco bi-Arthur Penn è riuscito con "Piccolo grande uomo", a dare un addio umoristico agli ideali del selvaggio West . Film brutale con sarcasmo e denuncia che si combinano con successo.voto 6,5
commento di wang yuIl piu' intenso ed epico western dalla parte degli indiani, con un meraviglioso D.Hoffman, a cui Penn affida il compito di raccontare, non senza indignazione, la storia americana dalla parte delle sue vittime. VOTO 9
commento di BobtheHeatUn capolavoro sempre attuale perchè, pur ambientato nello sfruttatissimo far west, tratta i temi dell'identità, del razzismo, della scoperta del sesso, dell'amicizia, ecc.Un must.
commento di Artemisia1593Un bellissimo film di Penn con un grande attore agli albori della sua carriera: Hoffman.
commento di steveunAll'inizio può annoiare ma dopo diventa più coinvolgente.
commento di L uomo dai 100000000 nomiBellissimo, profondo, struggente, tra i migliori western mai visti finora. Hoffman è strepitoso.
commento di valien88Che dire…a chi non l'ha mai visto corra subito a procurarselo, altrimenti si perderà un vero capolavoro.
commento di ForzaRagazzi