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Hitchcock

Regia di Sacha Gervasi vedi scheda film

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La recensione su Hitchcock

di munnyedwards
6 stelle

All’inizio degli anni ’60 Hitchcock era in assoluto il regista piu di successo dell’intera industria cinematografica, era appena uscito da un colpo vincente come Intrigo Internazionale e il suo ingresso dirompente nella dimensione televisiva (con la storica Alfred Hitchcock presenta) gli aveva dato una popolarità talmente grande che alcuni critici americani (che in fondo non lo avevano mai amato), sostenevano avesse toccato ormai il suo punto piu alto, successo, fama, ricchezza, Hitchcock a 60 anni aveva raggiunto il suo apice artistico.

In realtà la sua straordinaria carriera stava per scrivere la pagina piu importante e il regista si apprestava a dirigere quello che di fatto diventerà non solo uno dei suoi tanti capolavori ma anche il suo film piu importante e di successo, Hitchcock doveva ancora “incontrare” Ed Gein e leggere il romanzo di Robert Bloch che si ispirava proprio alle gesta del famoso serial killer…Hitch doveva ancora girare Psyco.

Il film di Sasha Gervasi racconta proprio la genesi di questa opera fondamentale e per farlo si affida al saggio di Stephen Rebello “Come Hitchcock ha realizzato Psyco”, non si tratta di una semplice ricostruzione degli eventi ma piuttosto di un mini-biopic che cerca di approfondire quel determinato periodo della vita del regista, legandolo al contesto che lo circondava e sopratutto al suo rapporto con Alma Reville, moglie, fedele compagna, stretta collaboratrice e personaggio fondamentale nella vita e nella carriera del Maestro del brivido.

 

Anthony Hopkins, Scarlett Johansson

Hitchcock (2012): Anthony Hopkins, Scarlett Johansson

 

L’operazione si presenta sulla carta non facile, perchè il personaggio è talmente “ingombrante” e complesso che affrontarlo in un opera di finzione, filtrando il Mito in una versione evidentemente spuria e viziata non garantisce il buon esito dell’operazione, in questo caso Gervasi, praticamente un esordiente (perché proprio lui?), si trova in una posizione di leggero vantaggio, visto che si deve concentrare su una piccola parte della vita del regista, ma il compito resta comunque proibitivo.

Di contro c’è da dire che quando puoi contare su due pezzi da novanta come Anthony Hopkins e Helen Mirren sei gia un bel pezzo avanti, forse non ci poteva essere scelta migliore e se l’ex Dr. Lecter paga un po il pesante make-up che ne limita la recitazione (per fortuna non la dizione e per questo consiglio la versione in lingua originale) la Mirren è semplicemente perfetta, attrice di una classe sopraffina e di un talento incredibile, il suo ritratto della combattiva Alma Reville è perfetto.

A differenza di quanto si può pensare la lavorazione di Psyco fu una specie di odissea, e la prima cosa che colpisce è il veto della Universal, assolutamente non disposta a finanziare la storia di un invertito assassino, nessuno a parte Hitch credeva nel successo di questo film, ne la stampa specializzata (divertente la scena della presentazione del progetto) ne tantomeno i tremendi censori pronti a impedire che un film cosi cruento uscisse nelle sale.

Gervasi si concentra sugli sforzi del regista, che saranno in primis economici visto che il film verrà infine autoprodotto, nel contempo ci fornisce il ritratto di un uomo sfuggente e ossessionato, affascinato dal delitto ma soprattutto dalle bionde, dalla bellezza delle sue muse artistiche e dai desideri che queste donne scatenano, ma che restano inaccessibili, nascosti nella mente di un visionario timido ma impenetrabile.

 

Anthony Hopkins, Helen Mirren

Hitchcock (2012): Anthony Hopkins, Helen Mirren

 

Inutile dire che Hitchcock è un film dove il peso delle performance attoriali risulta determinante, Gervasi racconta la storia con uno stile piuttosto piatto (quasi televisivo) non riuscendo mai a penetrare il mistero e l’ambiguità di una figura cosi sfuggente e complessa, la cosa sinceramente non mi sorprende e non mi aspettavo miracoli da questo punto di vista, speravo invece in una buona alchimia tra gli attori (e come detto la Mirren e Hopkins sono perfetti) e mi aspettavo un plot che desse il giusto risalto alla complessa lavorazione di Psyco, cercando di evidenziare le innumerevoli difficoltà che persino un grande come Hitch, all’apice del suo successo, dovette affrontare.

Psyco era un film che nessuno voleva, un horror di serie B che la Universal considerava indegno tanto da farlo uscire in sole due sale, la censura fece di tutto per bloccare il film e una certa parte della stampa lo aspettava al varco pronta ad affossarlo, e invece fu ancora una volta la lungimiranza del grande regista ad avere la meglio, a stravincere il confronto con il pubblico, che a differenza dei parrucconi degli studios, della censura e di certi critici era ormai pronto per un film innovativo, che sorprendeva per la sua straordinaria capacità di essere avanti (molto avanti), per una tecnica non comune capace di fare di necessità virtù, di tornare come dice lo steso Hitch alla moglie Alma alle origini, sperimentare per rinnovare, la sfida era questa e ancora una volta è stata vinta.

 

Teaser poster

Hitchcock (2012): Teaser poster

 

Rimanendo sui personaggi la figura che ne esce meglio è quella di Alma Reville, nonostante la parte del possibile tradimento amoroso non sia la migliore del film consente alla Mirren di delineare meglio il carattere di questa donna, non bella come le bionde da favola che sognava il buon Hitch, ma dal carattere forte, figura predominante nella vita del regista non solo da un punto di vista umano e affettivo ma anche lavorativo, la Reville non era una sprovveduta e per una vita intera ha fatto coppia fissa con Hitch anche sul set, rivedendo le bozze di sceneggiatura e lavorando ai montaggi, insomma una donna dal forte carisma e dall’indubbio talento, il film le rende il giusto omaggio e la trasforma da indispensabile “spalla” in quasi protagonista, merito senza dubbio dell’ottima prova della Mirren.

Considerando le difficoltà insite in un progetto del genere e la scelta non certo lungimirante di affidare a Sacha Gervasi la regia il film si puo dire comunque riuscito, pur con i suoi limiti evidenti di messa in scena è un opera che si guarda con piacere e che consiglio agli amanti del grande regista.

Voto: 7

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