Regia di Robert Hiltzik vedi scheda film
Angela Baker, una ragazza timida e traumatizzata, viene mandata al campo estivo con la cugina. Poco dopo il suo arrivo, chiunque abbia intenzioni sinistre ottiene la sua punizione.
Sembra iniziare come un clone di Venerdì 13, con tutti gli elementi tipici del classico slasher estivo: un gruppo di ragazzi isolati nella natura, un misterioso pericolo in agguato, e una tensione che cresce lentamente. Tuttavia, prende presto una strada tutta sua, dimostrando di avere un'identità ben distinta. Pur ispirandosi chiaramente ai codici del genere, non è affatto un suo sottoprodotto. I temi affrontati — tra identità, repressione, senso di colpa e trauma — conferiscono al film una profondità insospettabile, che va oltre la superficie dell'orrore. Il ritmo è sicuramente più lento rispetto ad altri titoli simili, e a tratti può sembrare dispersivo, ma questa lentezza diventa uno strumento per creare un'atmosfera sospesa, quasi ipnotica. La regia è semplice, persino ingenua in certi momenti, ma proprio questa essenzialità visiva contribuisce al fascino distintivo dell’opera, rendendola stranamente autentica. Un horror che sorprende, più per come racconta che per cosa racconta.
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