Regia di M. Girolami, V. Metz, M. Marchesi vedi scheda film
Addivenuto soprattutto negli anni duemila per alcune messe in onda Rai, ad una certa fama per la sua primogenitura in quanto a visioni di una Roma desertificata da ogni forma di vita, ma con tutto il resto intatto è lasciato così com'è senza più presenza di alcun essere vivente. E tutto questo ad esempio oltre dieci anni prima di "L'Ultimo uomo sulla terra" di Sidney Salkow e Uberto Ragona.
Per il resto però siamo soltanto in una commedia amabile e ingenua figlia del periodo un poco sempliciotto e oramai molto nostalgico, dei primi anni '50, dallo spunto fantascientifico di una bomba nucleare sperimentale, "Yota", la cui esplosione in un deserto degli Stati Uniti, ha gli effetti catastrofici di annientare ogni forma di vita che si trovi in superficie, sul Pianeta. Lo spunto preso dai film fantascientifici del tempo è con il brio della prosa adattato da Metz e Marchesi ai collaudatissimi e travolgenti tempi comici di Walter Chiari, qui veramente un uomo orchestra unico e inimitabile che si carica da solo le continue invenzioni ed espressioni, situazioni di equivoco e slancio fisico dell'intero film, e con l'appoggio della sua spalla per eccellenza per misura e alleggerimento bonario, riflessivo, Carlo Campanini. Helene Remý che è ancora viva, è la protagonista figurativa e oggetto dell'amore e di ogni attenzione nel voler restate con lei da soli come nel titolo, a microcosmo di coppia dal rumore e dalle cattiverie, mediocrità degli altri e del mondo, nel personaggio del protagonista Chiari.
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