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Fiori d'arancio

Regia di Dino Hobbes Cecchini vedi scheda film

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La recensione su Fiori d'arancio

di mm40
3 stelle

Una coppia di freschi sposini riceve a sorpresa la visita del padre di lui, severo uomo di legge. Il figlio, temendo la reazione paterna, non ha mai avvertito il genitore di essersi sposato e pertanto presenta sua moglie come la sua dattilografa. E non è tutto: il padre è venuto in compagnia di una vecchia amica del figlio, intenzionato a trasformarla in sua nuora. Girandola di equivoci in arrivo.

 

Tratto da una commedia teatrale francese firmata da André Birabeau e Georges Dolley, con una sceneggiatura di Dino Hobbes Cecchini che è anche il regista dell'opera, Fiori d'arancio è una pellicola leggera disposta con adeguato mestiere sulla scena, che si propone di intrattenere un pubblico desideroso di evasione alla massima potenza. Siamo infatti nel 1944 e questo film è uno dei pochi – e raramente rilevanti – titoli usciti dalla Repubblica di Salò, più precisamente girato agli studi del Cinevillaggio di Venezia; come spesso accadeva all'epoca, però, il lavoro non riuscì ad approdare immediatamente in sala e finì per essere distribuito solamente tre anni più tardi. Poco importa poiché si tratta di una storia fuori dal tempo e dallo spazio, che sfrutta un canovaccio semplice ma dal ritmo eccellente e imbastito con discreta perizia su una serie di situazioni equivoche che, nel complesso della trama, fanno il loro dovere: scacciare i pensieri nella testa del pubblico per tutta la durata del film. A proposito di durata, la versione di Fiori d'arancio attualmente (novembre 2025) reperibile online è frutto di un tv rip che non si spinge oltre i 67 minuti; pare tuttavia che la versione integrale del lavoro consti di ulteriori 7 minuti. Nel cast: Luigi Bardi – che diventerà poi celebre con il suo vero nome, Luigi Tosi: qui è al debutto, Andreina Carli, Gianni Cavalieri, Carlo Micheluzzi, Bianca Doria, Toti Dal Monte (soprano 'prestata' al cinema) e Olga Solbelli; Cecchini è qui al suo esordio dietro la macchina da presa, girerà subito di seguito Vi saluto dall'altro mondo e concluderà così la sua carriera registica, dedicandosi negli anni successivi a qualche sceneggiatura. Curiosità: Hobbes è il suo primo nome e non parte del cognome; la scoperta all'anagrafe la si deve all'impareggiabile lavoro dello storico del cinema Roberto Poppi. 3,5/10.

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