Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Cronenberg torna alla grande con un film “cronenbergeriano” fino al midollo dopo la trilogia “History of violence”, “Eastern promises” e “Dangeroues method” nei quali il regista canadese proiettava la sua riflessione fuori dal corpo fisico, luogo prediletto della sua analisi, per focalizzarsi sulle tensioni esterne del sociale. Anche qui ci troviamo di fronte ad un’opera che lascia vagamente perplessi e assai inquieti al pari di altre sue opere come "Crash", "eXistenz" o "Inseparabili"; i “topoi” della sua arte ci sono tutti: il corpo che si modifica, l’altro da sé, la società come luogo estraneo e fonte di minaccia, la disconnessione tra corpo e anima e tra questi e il mondo fisico. Ma procediamo con ordine: il miliardario Pattinson (qui bravissimo e molto più vampiro che in “Twilight”) che conduce una esistenza emotivamente disconnessa (quasi un "non - morto" anche nell'aspetto fisico) acquista progressivamente coscienza del suo non essere nell’arco di una odissea joyciana nelle 24 ore. Il suo unico contatto con la realtà è di tipo cibernetico, dall’interno della ipertecnologica limousine. Le sue relazioni umane sono fatte, a livello mentale di disquisizioni astratte, metafisiche e incomprensibili con i collaboratori; a livello corporeo, per penetrare (i suoi freddi incontri sessuali) o essere penetrato (la visita rettale del suo medico sempre all’interno della macchina). La non vita del distaccato e asettico individuo comincia a prendere una parvenza di umanità in concomitanza con una serie di eventi imperfetti ed imprevisti nella sua esistenza fatta di ordine analitico e di matematiche previsioni che, come in una tempesta perfetta, si sincronizzano e prendono forma simultaneamente in un unico, gigantesco vortice che lo trascinerà progressivamente, senza più alcun controllo, verso il baratro. La visita del Presidente USA è l’evento sociale che scatena il caos nella città; la sua prostata asimmetrica è l’imperfezione corporea che gli fa acquisire il senso di una fisicità da cui si era avulso; la morte della rockstar è l’evento di cronaca non previsto che modifica il suo percorso cittadino già tracciato; l'andamento dello yuan è l’evento finanziario, sfuggito ai suoi algoritmi, che determinerà la sua rovina economica; l’abbandono da parte della moglie, algida e assente, è l’evento personale che, pur lasciandolo emotivamente indifferente, lo coglie comunque di sorpresa; l’aggressione dell’anarchico con una torta in faccia è l’affronto inaspettato dell’Uomo nei confronti della Divinità. Progressivamente, l’aspetto esteriore del protagonista (così come quello della sua appendice tecnologica: la limousine) si modifica: da icona ieratica e imperturbabile a essere umano stanco e sfiduciato, sporco e lacero; con il taglio di capelli (che doveva essere l’impegno della sua giornata, da perseguire a qualsiasi costo, solo perché così aveva programmato e deciso di fare) asimmetrico e scomposto a riflettere la sua trasformazione ormai giunta a compimento. L’incontro finale con il suo stalcker è l’apice della trasfigurazione, la riunificazione con il suo “altro da sè”, la sua nemesi, il Mr. Hyde che era in lui e che presumibilmente (dato che il regista non ce lo fa vedere) gli toglierà la vita nella convinzione di eliminare il Male. O, più semplicemente, di abbattere un simbolo del potere e dell’oppressione dei ricchi tecnocrati a danno dei comuni individui. Un’opera visionaria e inquietante anche prolissa e ossessiva, a cui avrebbe senza dubbio giovato una durata più limitata. I fans del regista e di Pattinson non potranno non vedere e apprezzare questa pellicola. Per tutti gli altri potrebbe risultare astrusa e, a tratti, indigesta. Pochi autori possono permettersi il lusso di annoiare nella loro genialità; Cronenberg è uno di questi.
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