Regia di Don Siegel vedi scheda film
La morte viene da Scotland Yard (1946): Sidney Greenstreet, Peter Lorre
ESORDI D'AUTORE: DON SIEGEL
Nel 1890, il noto è stimato George Edward Grodman (Sydney Greenstreet), scrupoloso sovrintendente di Scotland Yard, commette un errore di valutazione durante un'indagine che causa la messa a morte di un uomo innocente. Devastato moralmente, l'uomo si assume la responsabilità del proprio errore, ed accetta subito di essere destituito dal suo incarico, sostituito con l'occasione dall'ambizioso ed arrivista John Buckley, che non vede l'ora di screditare ulteriormente l'ex collega. Sconcertato dal comportamento del suo sostituto, Grodman si propone di mettere Buckley in cattiva luce, facendolo apparire inetto quale egli è effettivamente per svolgere il suo nuovo lavoro.
La morte viene da Scotland Yard (1946): Peter Lorre
La morte viene da Scotland Yard (1946): Sidney Greenstreet
A tal fine si avvale della collaborazione Ricorre di un ambiguo suo vicino di casa, l'amico e artista Victor Emmric (Peter Lorre).
L'occasione ideale si verifica molto presto, quando in città si verifica un misterioso omicidio.
E ad esso ne seguiranno successivi, con sospetti evidenti su persone colpevoli solomdinaver pronunciato frasi compromettenti nel momento sbagliato.
Una nuova forca rischia di abbattersi su una persona innocente, coinvolta nelle dinamiche di un omicidio che possiede i tratti salienti del crimine perfetto.
La morte viene da Scotland Yard (The Verdict) è un gran bel film noir statunitense del 1946 diretto da un Don Siegel esordiente, e scritto da Peter Milne, liberamente ispirato al romanzo di Israel Zangwill del 1892 Il grande mistero di Bow.
La morte viene da Scotland Yard (1946): Peter Lorre, Sidney Greenstreet, George Coulouris
La morte viene da Scotland Yard (1946): Peter Lorre, Sidney Greenstreet, George Coulouris, Rosalind Ivan
Nel cast compare un massiccio e bravissimo Sydney Greenstreet, attore ed imprenditore britannico naturalizzato statunitense, che padroneggia il suo personaggio fino alla sorpresa finale, piuttosto intrigante ed avsororesa.
Lo affianca nn sempre inquietante Peter Lorre in quella che si rivela una delle ben nove collaborazioni cinematografiche tra I due.
Riflessione amara sulla pena di morte e sulla impossibilità di giungere sempre alla verità dei fatti, il film accumula tensione e suspense, e mostra già da quel momento l'abilità non comune del giovane Siegel, pronto ad emozionare per diversi successivi decenni con le sue opere di alta qualità tecnica ed artistica.
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