Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Sorrentino ha esordito con una produzione internazionale, ma scegliendo un argomento intimista ai massimi livelli e con il sostegno più che partecipato di un attore come Sean Penn, che ha reso possibile un'operazione come questa. Il film non è necessariamente serioso, anzi diciamo che nei dialoghi affiora qualche sorriso piacevole ed ironico che si accomuna benissimo con il personaggio di Cheyenne, che conserva la fisionomia proposta più di trent'anni prima, e quindi in via di disfacimento, ma conservando un'anima quasi naif prigioniera del suo passato e in un presente a rimorchio. Sorrentino, come sempre, rinuncia al realismo e per l'argomento proposto diciamo che è un'ottima scelta, certamente non di facile rappresentazione, ma che in fin dei conti si muove sui binari giusti che una storia come questa poteva sostenere. Il fatto che una ex rock star viva di passato, anche economicamente, ma più che altro affronti la società rischiando con il suo volto ormai inadeguato e cinquantenne il dileggio e l'ironia, consapevole di esporsi in maniera ridicola e derisoria, ma incurante e tralasciando il giudizio altrui e personale, che non vuole affrontare il presente, se non mascherato del passato. Una maschera sostenuta sistematicamente, che affronta la morte di un padre da cui è stato sempre distante e tenuto anche distante, e che nel momento estremo ne conosce un segreto che lo porterà a perseguirlo, come una missione , non cercata, ma che il destino gli ha trasmesso e che lui è determinato a portare in fondo. Il finale ci porta alla conclusione che un padre mai conosciuto veramente, gli ha lasciato la possibilità di trovare sé stesso nei panni odierni, una rivelazione che lo aiuterà ad uscire dalla gabbia insulsa in cui si era chiuso senza rimedio e con molta inedia; la parte finale del film raggiunge i massimi vertici del cinema, e vedere per credere. Sorrentino ha saputo costruire un personaggio fuori da ogni schema, ma che nel mondo dello spettacolo lo ritroviamo in qualsiasi angolo, ma la cosa più interessante è l'evoluzione che abbiamo nel finale che ci fa rimanere attoniti e felici, essendo riuscito a mettere in immagini un pensiero non facile, anche se con qualche esitazione espressiva, ma molto aiutato da un Penn così intenso ed interiorizzato forse mai visto fino ad ora, pur nel rispetto del suo più che significativo percorso.
Una storia che non sappiamo che ci porterà alla bellezza
Coraggiosasmente a perseguito un pensiero di cinema senza contravvenire ai suoi principi intellettuali, davvero un grande applauso
Bisogna vederlo per aggiungere quello che a un grande interprete mancava
spontanea
un bel disegno femminile da aggiungere al suo curriculum
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