Regia di Martin Campbell vedi scheda film
La paura contro la volontà. Un tema vecchiio come il mondo. E se da una parte abbiamo il coraggio che sfida i propri limiti umani, dall'altro abbiamo la resa incondizionata ad un potere mostruoso e soverchiante come quello del timore.
Il vero problema di Green Lantern, ultimo lavoro del bravo Martin Campbell, risiede nell'esile conflitto che caratterizza l'eroe Hal, il cui unico problema di vita sembra essere la perdita del padre nell'infanzia, e una reiterata tendenza a tirarsi indietro quando le cose diventano serie(ma nessuno ci spiega perchè, a parte dire che ha paura...)
Mettere poi un uomo dalla bellezza scultorea come Ryan Reynolds in un ruolo già così' esilmente costruito, rende il tutto più difficile, soprattutto quando entra in scena il cattivo umano di turno: brutto e deforme persino quando ancora non ha alcun potere.
Solo il super cattivo alieno- che ha scelto di usare la paura come arma per sconfiggere il male diventando lui stesso portatore di esso(e qui, per un momento, sentiamo tornare l'intelligenza critica dei primi film di Campbell) suscita una qualche forma di interesse, che viene subito eclissato da badilate di discorsi sull'eroica volontà, e il modo in cui essa possa distruggere(eh si, proprio distruggere) il male. Con autentico, ingenuo fanatismo da fumetti per bambini.
Nonostante queste premesse, Green lantern non è brutto. Forse perchè spinge l'occhio oltre ogni possibile limite dell'umano(ben diversi sono eroi più "normali", come batman o spiderman) aprendosi verso colori vivaci e salti nel vuoto, capitomboli tra le dimensioni e lanci nello spazio che ricordano davvero moltissimo le pagine di un fumetto di supereroi americano.
Non serve, quindi, porsi tante domande, o corrucciare il naso quando Ryan Reynolds/Hal ha il coraggio di dire-ma guardati allo specchio, per la miseria!- al povero sfigato di turno che "potrebbe benissimo diventare come lui". Inutile anche lamentarsi se gli effetti speciali ti scoppiano in faccia, o se le cose vanno a finire in modo ovvio, o se il protagonista non risveglia che attimi di ammirazione puramente fisica(ma di certo-non emotiva). E' un film di viaggi spaziali, spari luminosi, capitomboli, ed eroismo ingenuo ed elementare, proprio come quello dei fumetti da cui proviene. E allora ci si può anche divertire, e sorridere di quelle cose che vanno "proprio come immaginavamo dall'inizio". Con leggerezza, rilassati e senza pensieri.
lasciamo stare
Un bravo regista, questo non è il suo film migliore.
il ragazzo non ha nemmeno bisogno di recitare per sembrare il suo personaggio.Sembra disegnato. Certo, la mono-espressività come la poteva evitare?
irriconoscibile
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