Regia di Rodrigo Cortés vedi scheda film
“Stanno arrivando, vengono a prendermi!”
Una nota di speranza, un grido di aiuto celato dietro un muro di rassegnazione. Queste le parole di un uomo, Paul Conroy, uno sfortunato camionista americano, risvegliatosi completamente imbavagliato e legato in un claustrofobico e opprimente luogo: una bara.
Desiderio di salvezza che lo porta alla ricerca di una via di fuga; unico “compagno” e amico è un telefono cellulare con la batteria in costante esaurimento.
Un viaggio verso la libertà: chiamate, crisi di nervi, momenti di silenzio e pianti in una situazione in bilico tra la vita e la morte. Lontano da casa (la bara è situata sotto terra in una regione dell’Iraq, dove stava lavorando per portare rifornimenti alle basi militari americane) , lontano dagli affetti, farà di tutto pur di convincere le forze dell’ordine americane a tentare il suo salvataggio, nonostante le incalzanti chiamate dei rapitori che lo intimano a chiedere ai propri connazionali di pagare un cospicuo riscatto.
Un thriller psicologico ben diretto dal regista spagnolo che fa proprio l’uso della telecamera; inquadrature studiate, tempi di ripresa che seguono un climax ascendente che porta ad un finale assolutamente inaspettato ed anticonvenzionale.
Eventi drammatici che si susseguono senza sosta, intervallati da pause e da momenti in cui il protagonista (Ryan Reynolds) sembra già abbandonarsi alla morte incombente.
Una performance sopra le righe per il giovane attore canadese che in questo ruolo trova il modo di allontanarsi dalle solite produzioni di nicchia mostrandosi all’altezza di un altro tipo di recitazione, sempre più rappresentativa della vera espressività dell’attore, che viene così valorizzato per la sua grande dote interpretativa.
Sebbene la pellicola inizi in maniera blanda e monotona, il ritmo assume un crescendo attraverso colpi di scena ed eventi impensati.
Un film che è costato 3 milioni di dollari e che ne ha incassati 19, proprio a sottolineare che basta relativamente poco per dirigere un buon film, senza bisogno di budget elevati.
scritto da Victor Venturelli
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