Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Io sono l'amore (2009): Tilda Swinton
La famiglia Recchi è Milano. Ricca, operosa, pragmatica. Ha costruito la propria fortuna in fabbrica ed ora è riunita nella dimora principesca del figlio Tancredi per festeggiare il compleanno del capostipite, il coriaceo Edoardo, uomo senza scrupoli, scaltro e flessibile che si è adattato ai tempi facendo dell’azienda una cornucopia di guadagni. Dall’annuncio del vecchio, che incarica il figlio ed il nipote Edoardo della futura gestione dell’impero industriale dei Recchi, si dipana la storia della famiglia, una storia di amore, affari, tradimenti.
Dopo il successo commerciale di “Melissa P.” Luca Guadagnino cerca e trova con questo film l’investitura definitiva di cineasta d’autore. “Io sono l’amore” viene prodotto, tra gli altri, dalla protagonista Tilda Swinton, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti ed ottiene un buon successo di critica e di pubblico, soprattutto all’estero.
La Milano di Guadagnino, disciolta nello smog e nella neve mi ricorda quella di Mario Camerini. Il regista ne mette in mostra i palazzi, gli elementi decorativi e soprattutto le finestre seguendo i passi frettolosi della protagonista Emma, in un caleidoscopio di ornamenti ed elementi caratteristici che raccontano la città. Guadagnino ritrae la capitale italiana degli affari sotto una coltre bianca che da vita, attraverso la cena in onore del Recchi, ad un’estemporanea rappresentazione della famiglia. Il tempo sembra congelato ed il racconto potrebbe abbracciare l’intera storia industriale del Bel Paese, almeno dagli anni ’30 in poi.
Villa Necchi Campiglio, con le sue linee razionaliste, il suo grandeur tecnologico, tipicamente futurista, ci parla di un luogo antico e senza tempo in cui concedersi un viaggio a ritroso, e ci mostra il futuro attraverso l'ampia veranda che guarda al giardino.
C’è una tavola imbandita ed i commensali, riuniti intorno ad essa, aspettano con mal celata incuranza di conoscere il proprio destino. È l’inizio della fine, la disgregazione di una famiglia e di un impero che prosegue nei mesi successivi tra la Liguria e la capitale europea del businness.
Quando l’azione si sposta dalla città all’entroterra ligure il regista siciliano sfrutta il movimento di un pick-up per osservare i declivi e la rigogliosa natura che essi ospitano.
Io sono l'amore (2009): Tilda Swinton, Mattia Zaccaro Garau
A Milano Guadagnino racconta l’accanimento antropico dell’umanità seguendo i passi di una donna. In Liguria l’ossimoro si capovolge ed i tratti distintivi di una natura bella ed incontaminata vengono ritratti sulla scia del movimento di un mezzo di locomozione meccanica.
“Io sono l’amore” si perfeziona nei contrasti tra città e campagna, tra architettura e natura. Il successo industriale della famiglia Recchi si compiace di linee architettoniche fluenti e prive di ostacoli, razionali e funzionali quanto il pensiero produttivo. La villa dei Recchi amplifica il concetto di armonia funzionale influenzando i rapporti impersonali, improntati all’accortezza e all’efficienza. La struttura è importante così come la codifica di rapporti e riti sociali. La natura ligure, invece, è libera ed esprime se stessa tanto nei colori quanto nella foschia del calore estivo. I sentimenti di chi ci vive sono caotici e incontaminati da qualsivoglia sovrastruttura. Tra le mura di una casa disordinata si consuma, perciò, l’amplesso della libertà e dell’istinto.
Guadagnino gira un melò davvero elegante e raffinato nella sua rappresentazione formale. Tilda Swinton è davvero affascinante. I piatti di Cracco prestati al giovane Antonio lo sono altrettanto. Le sequenze d’amore tra le botaniche alpine colpiscono nel profondo gridando il piacere dell’incontro tra i corpi.
“Io sono l’amore” si mantiene in equilibrio anche nel momento della caduta. La spogliazione di Tilda Swinton e l'addio alla perfezione del mondo borghese è un qualcosa di mistico, un dolore ed un sollievo che solo i servi comprendono. Ad aspettare Emma è una spelonca dove felicità e genuinità perdute si potranno riappropriare delle lontane origini. Emma è finalmente viva. Lontana da tutto, dall’ordine e dalla pulizia, dal danaro e dalla stabilità. Dal dolore e dalla mestizia di una città e di una villa monumentale in cui “anche i Recchi piangono”.
DVD Ed. Dolmen Video. CG Entertainment
Io sono l'amore (2009): Tilda Swinton, Edoardo Gabbriellini
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