Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Dove il Logos prevale sul Pathos.
Un film sostanzialmente bello, visionario e con un montaggio incalzante. Paragonato a 'Sogni' di Akira Kurosawa, dove però gli otto episodi sono legati dalla presenza di un io narrante, le due colonne portanti e parallele che costituiscono l'ossatura di 'The Tree of Life' sono invece l'evoluzione dell'Universo e quella di una famiglia. Mi viene quindi immediata la similitudine con '2001. Odissea nello spazio' dell'insuperato Stanley Kubrick, dove però il messaggio allo spettatore chiarisce senza dubbi l'indissolubile legame che unisce l'uomo al tempo e allo spazio, l'intelligenza artificiale, l'utilizzo e la degenerazione della scienza.
'The Tree of Life' non ha la forza dei due esempi citati: pur avendo un potenziale espressivo altissimo, mi rende dubbioso l'autocompiacimento dei grandi effetti (un neo barocchismo) che vogliono stupire ma allontanano nel contempo dal messaggio chiaro e semplice dell'emozione poetica, e quindi dell'Arte.
La ripetizione della Creazione, nella parte finale del film, simile a quella iniziale, è monotona e quasi fastidiosa, appesantendo una trama ermetica nella comunicazione del messaggio base: la vita di una famiglia americana sconvolta dalla morte di uno dei figli. Si viaggia nella fantasia e nei ricordi ma lo spettatore non riesce a penetetrare nel cuore della vicenda. Il Logos, che è la parte razionale, prevale sul Pathos, l'emozione.
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