Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Dov' è il film in questo film? Ovvero, dove si trova il filmico/la regia? Qui si decide di voltare le spalle a film bellissimi come " Elephant" ( la cui scena dell' accennata doccia fra i due studenti nudi è molto più erotica di tutti i milkiani baci e torsi all' aperto), " Paranoid park" ( il cui protagonista sprigiona per certi aspetti più ingenua tenerezza dei pianti di Harvey e della anonima fiaccolata in suo onore) e " Gerry", gioielli in movimento con i quali Gus Van Sant si avviava a costruire una personale, riconoscibile e ipnotica poetica; in questo " latte cinematografico" la visione si fa strada attraverso una regia ( non-regia) che esiste solo per stendere il tappetino rosso a una serie di immagini che è solo racconto, dove i momenti-punta e di maggior pathos sono accompagnati dalla banale ancella di un' ammiccante/angelicata/drammatica musica extradiegetica ( e pensare, invece, al magistrale, antifrastico, spiazzante uso della musica extradiegetica in diverse sequenze di " Paranoid park"); ma forse ancora più triste è il mosaico di critici che ritengono che Gus Van Sant, dopo essersi cimentato in opere a loro avviso " di maniera", e " autoreferenziali", sia finalmente giunto a gridare in immagini in movimento il suo capolavoro, " Milk", appunto. Come dire: finalmente Gus torna a fare un film " classico", con una storia che con ammiccamenti tipicamente hollywoodiani va da qui a lì senza dense bizzarrie. Il pericolo - ormai frequente- di considerare il cinema " classico" ( meglio dire forse " normale", " banale", senza tanti fronzoli) maggiore rispetto a un personale e ardito uso della macchina da presa continua ad andare avanti.
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