Regia di Woody Allen vedi scheda film
Sono andato a vedere quest'ultimo film di Woody Allen senza particolari aspettative (mi faceva anche male la pancia), con la decisione ferma di godermi Scarlett Johansson che mi aveva così commosso e smosso in Match Point, ma mi sono trovato una copia un po' ingrassata e troppo americana di quella ragazza tenacemente perversa cui gli occhi brillavano naturalmente e non per la glicerina o altra diavoleria del trucco: le sue discese in bicicletta sul sentiero catalano sono ridicole, come un po' ridicolo è tutto il film, a meno che il genio abbia intenzionalmente calcato la mano sul grottesco e abbia voluto rappresentare una feroce satira della gioventù che si corrompe nei costumi e nella carne, del cinema ibero-statunitense, delle passioni e dell'arte; non lo so... non avevo letto recensioni prima di andare a vedere il film e non l'ho lette neanche dopo; non lo so se è così.
Il film è insipido e S. Johansson non è in forma: gli altri sono scontati e W. Allen è vecchio... boh...
L'unica scena che mi ha emozionato è una dissolvenza in cui la coscia, in primo piano e spropositamente americana e nutrita, dell'attrice che interpreta Vicky, per il resto insipida anche lei, ha un sobbalzo involontario, forse perché urtata da un altro attore: rivedrei il film solo per questo trabocco di carne... e quel porco di W. Allen sicuramente se n'è accorto nel montaggio e l'ha lasciato lì...
Quando si dice il genio.
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Io salvo la Penelope che spennella semisvestita vista dall'alto. Stop.
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