Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Si sperava che il senso di torbido e di morboso mostrati nelle ultime due opere di Garrone - caratterizzzate da una dimensione " intimista"- potesse essere trasferito a questo " Gomorra" - caratterizzato da una dimensione " collettiva"-, un titolo inversamente proporzionale alla sciattezza dello stile. Eppure, nonostante questa pellicola sia un lungo collier di scene/sequenze/immagini e sembri girato da Rai Uno ( pare di vedere " La piovra"), non si può esattametne parlare di film classico, almeno per i seguenti motivi: a) La vicenda si dispiega lentamente, senza neanche che vi si insista molto: l' inizio, ambientato in un solarium ( film tv definisce questa scena " di fantascienza", manco fosse un film di Tarkovski), niente farebbe pensare a un film sulla camorra. b) Il rifiuto, in genere, degli establing shot, espediente che a partire dal cinema classico americano introduce in modo piuttosto comprensibile lo spettatore nel luogo in cui la scena/ sequenza sta per avere inizio. c) Il rifiuto, espletato piu' volte, del campo/controcampo a favore di una macchina da presa esplicitamente " visibile", " rintracciabile", che passa da un volto all' altro/ altri senza stacchi ( stilema quest' ultimo che fa anonimamente " traballare" la regia, " trasmettendo" un senso di " angoscia", " confusione" assoutamente ripetitivo, già visto). All' uso pseudo-anticonvenzionale di questi stilemi, si contrappongono momenti esplicitamente banali, ripetiamo, già visti: a) La dicotomia fra una musica - diegetica ed extradiegetica- frivola, eccitante, commerciale dunque gioiosa e l' ambiente squallido e pericoloso. b) La scena - piattissima, inflazionata, per nulla tesa- fra Servillo e il giovane collega: quest' ultimo esce dalla macchina e decide di lasciare questo lavoro poco lusinghiero, seguito da un finale " vaffanculo" masticato del capo ( che novità). C) " L' iniziazione" sessuale dei due giovani " pistoleri" nel locale a luci rosse: sembra di vedere la pubblicità dei locali sexy nelle tv regionali. Il film, dunque, sembra da una parte voler accontentare tutti quelli che con poco ( cioé nulla) pensano di esseri invasi dalla preziosa sostanza di un film d' autore ( mi riferisco all' uso della pseudo-anticonvenzionalità precedentemente discussa), dall' altra non scontenta nemmeno i tanti spettatori vestiti di fiction raiesche, offrendo loro spudorate pietanze televisive.
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