Espandi menu
cerca
Persepolis

Regia di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud vedi scheda film

Recensioni

L'autore

La Terza Donna

La Terza Donna

Iscritto dal 15 gennaio 2008 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 5
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Persepolis

di La Terza Donna
8 stelle

Perché il mondo non è solo bianco o nero.

Possiamo facilmente ricordare la nostra infanzia come un bianco e nero, dove tutto era chiaro, separato, definito, manicheo. Dove la verità era una: quella dei libri, degli insegnanti, delle parole dei genitori.. e ben lontani eravamo dal sospettare che era solo una delle "tante" verità.



Marjane Satrapi fa uso del bianco e nero per tingere i colori dell'infanzia e del ricordo, ma ne fa strumento per trasmetterci proprio il messaggio opposto: contro ogni fondamentalismo religioso, intolleranza, estremismo politico, propaganda di regime.
E sono proprio le sfumature di grigi che emergono lentamente dal combattuto personaggio di Marji in questo autobiografico percorso di formazione, che attraversa la Rivoluzione Islamica del '79, la lunga guerra con l'Iraq, la fuga da Teheran in Austria, ed il ritorno in patria in un clima di repressione e privazioni dovuti al rigido governo teocratico.

Sfumature delle quali lei pian piano prende coscienza non senza sofferenze e contraddizioni, ma mai scadendo nell'autocommiserazione, nel pietismo o in qualsivoglia eroismo. Come ben le insegna lo strepitoso personaggio della nonna, saggia, risoluta, ironica e chiaro punto di riferimento ed esempio per l'autrice, non c'è tempo per nessuna facile indulgenza verso sé stessi.



Ben costruito, schietto, a volte crudo (ma non privo di punte d'ironia), “Persepolis” ha il pregio della leggerezza e dell'immediatezza nella sua semplicità. Ma soprattutto di essere un inedito e acuto sguardo interno sugli avvenimenti politici iraniani di quegli anni, nitido e solido come i tratti dei suoi personaggi, addolciti e smussati della rigidità dei disegni originali e animati abilmente in un gioco di ombre cinesi e di silhouette affascinante ed espressivo. Gli scenari di Vienna, di Teheran e dei racconti di viaggio dello zio toccano a volte la poesia, recuperando immaginari ed icone della cultura mediorientale. Ma anche occidentale, come quando, nell'orrore della visione della morte, il viso d'infanzia della bimba si tramuta sfumando nella maschera dell'urlo di Munch. Agghiacciante.
L'uso del bianco e nero è magistrale e ricorda a tratti le lunghe ombre dell'espressionismo tedesco, tanto che il chador, il velo ampio e scuro che le donne sono costrette a portare, è stato paragonato ad un vero e proprio buco nero sia visivo che concettuale.

Nonostante i dovuti e necessari tagli all'opera originale, la trama rimane compatta, aiutata da un montaggio ineccepibile e a tratti sorprendente nelle scene di raccordo.
Il fumetto (successo editoriale internazionale, qui in Italia riedito da Sperling & Kupfer) da cui è tratto il film, è stato paragonato per certi aspetti a Maus, inquanto anch'esso saga familiare e avente la medesima funzione catartica e di superamento. A differenza del testo, interamente in bianco e nero e con struttura lineare, il lungometraggio sceglie intelligentemente l'ellissi del ricordo e il colore per il "presente" da cui parte il flashback e che si ricongiunge col finale (in quella Parigi che ha adottato l'autrice).



DA TENERE
La crescita della piccola Marji è descritta con verismo, e risulta credibile e sincera sia fisicamente che emotivamente, così come del resto la maggior parte dei personaggi è ben approfondita e ben caratterizzata.
Imperdibile la sequenza in cui viene introdotto il personaggio di Markus, il fidanzato traditore, prima descritto con gli occhi dell'amore e poi con quelli del risentimento in cui cambia addirittura i connotati... Ma quanto è vero!!

Il bel doppiaggio originale eseguito da Chiara Mastroianni (Marjane), Catherine Deneuve (la madre) e Danielle Darrieux (la nonna), madri e figlie nella vita reale (le prime due) e nella finzione (Darrieux ha interpretato la madre della Deneuve in “The Young Girls of Rochefort” quarant'anni fa) è stato eseguito dalle stesse sia in francese che in inglese, per far superare l'"insormontabile" scoglio dei sottotitoli agli spettatori americani.



DA BUTTARE
Nella versione italiana il lavoro di doppiaggio appena descritto è stato sostituito interamente e la Cortellesi, nella parte di Marjane, in effetti si prende un po' troppe libertà interpretative.

Candidato agli Oscar come miglior film di animazione è stato sconfitto dal non certo eccezionale “Ratatouille”.
La cosa purtroppo non stupisce per nulla.

Hollywood ha tentato fino all'ultimo di sedurre l'autrice per produrre un film (dicono) con Jennifer Lopez nella parte della madre e Brad Pitt del padre. Un brivido corre lungo la schiena.
Satrapi ha voluto invece (e saggiamente) conservare la coerenza dell'opera originale e ha portato avanti da sola il progetto in Francia seguendone ogni passaggio insieme al compagno Vincent Paronnaud.

Premiato con il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes la direzione della Croisette ha ricevuto espressioni di profonda disistima da parte del governo iraniano che ha tentato anche in altre occasioni di ostacolare la pellicola ritenendo inattendibile e mendace la visone politica e religiosa dell'autrice.

CITAZIONE:
"Avevo conosciuto una rivoluzione che mi aveva fatto perdere parte della mia famiglia, ero sopravvissuta a una guerra... e una banale storia d'amore per poco non mi stroncava."
La Terza Donna. Link al post: http://delikatessen.splinder.com/post/16339340

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati