Regia di Mark Robson vedi scheda film
Mark Robson, pur prendendo spunto dall'inarrivabile "Intrigo internazionale", riesce a confezionare una valida commedia che, oltre ai momenti drammatici, ha parecchi spunti divertenti
C'è l'indubbio richiamo ad "Intrigo internazionale" del maestro Hitchcock, che quattro anni prima si era dimostrato capace di creare un'ottima spy-story con alcune scene entrate di diritto nella storia del Cinema. Tuttavia il film di Mark Robson si dimostra soprattutto una pellicola ben calibrata tra suspance ed ironia, grazie ad alcune caratterizzazioni che in alcuni tratti lo trasformano nella più pura delle commedie. Merito di una valida sceneggiatura, indubbiamente, ma anche di un Paul Newman pienamente a proprio agio nella parte di uno scrittore americano chiamato a Stoccolma per ricevere il Nobel per la letteratura. Rimarrà suo malgrado invischiato in una spy-story che a volte si dimostra un pò confusa, ma che la bravura di tutti gli attori in campo riesce comunque a rendere accattivante dall'inizio alla fine, e che Newman impreziosisce nella figura di uno studioso molto incline al fascino femminile ma anche a quello per la bottiglia.
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