Regia di Ida Lupino vedi scheda film
Henry e Eva sono una coppia senza figli che decide di adottare un bambino, ma la loro domanda viene ostacolata quando si scopre che Henry è già sposato con un'altra donna, Phyllis dalla quale ha un figlio. Il titolo è una bella metafora ad una visione offuscata della realtà, dove gli eventi positivi e negativi si mescolano, rendendo difficile vedere chiaramente il corso della vita e le intenzioni delle persone. La trama si concentra su Harry, un uomo che non riesce ad avere figli con la prima moglie, ma vive segretamente una seconda vita ed ha una seconda famiglia con un'altra donna, Phyllis. Il film ci mostra la solitudine di Harry, che trova in Phyllis una comprensione che gli mancava, e quella di Eve, la prima moglie, che si è dedicata al lavoro per compensare l'impossibilità di avere figli. Il funzionario incaricato dell'adozione, Mr. Jordan, non agisce come un giudice, ma come un osservatore empatico, cercando di capire le ragioni dietro le azioni di Harry, pur essendo consapevole della bigamia. Il film evita giudizi, mostrando solo le motivazioni e le fragilità di tutti i personaggi coinvolti, sottolineando come le esigenze personali possano scontrarsi con le norme sociali. La regia di Ida Lupino è molto attenta e coraggiosa nel trattare temi complessi come la bigamia, e lo fa con realismo e compassione. Joan Fontaine offre una performance intensa e piena di sfumature, in un film melodrammatico atipico per l'epoca. La grande nebbia è un ritratto sobrio e umano delle difficoltà delle relazioni, della ricerca di felicità e della complessa realtà che si cela dietro le facciate e le bugie, tutto sotto una coltre simbolica di "nebbia" che rappresenta l'indeterminatezza e il caos della vita. Molto bello, consigliato.
La grande nebbia (1953): Joan Fontaine
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