Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Friz Lang riporta, in pieno periodo nazista, il dottor Mabuse al centro delle scene con un film che finirà per causargli più di un guaio con il regime ed a costringerlo ad un volontario auto-esilio all'estero, dove la pellicola verrà rimontata pur priva di alcune sue parti
Se "Il dottor Mabuse" colpiva per la sua poliedrica efficacia nel descrivere le fattezze di un malvagio per antonomasia, pur senza farne un mostro immediatamente riconoscibile, nel successivo "Il testamento del dottor Mabuse" Friz Lang si addentra più in un ambito da noir, con un poliziesco dove Mabuse in realtà è una sorta di figura ispiratrice per le malefatte altrui. Si perde indubbiamente una parte del fascino perverso del film capostipite, ma si guadagna (grazie anche al sonoro) un film ben architettato, con più di un'allusione ai "malefici" del Nazismo (cosa che porterà ad un inevitabile auto-esilio dello stesso Lang, costretto a rimontare all'estero il film senza alcune parti andate disperse). Seguirà, a chiudere una sorta di trilogia, "Il diabolico dottor Mabuse" negli ormai pacifici anni '60, coevi anche al remake di Werner Kingler del 1962.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta