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Il diario di una cameriera

Regia di Luis Buñuel vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il diario di una cameriera

di claudio1959
10 stelle

«Poiché, con i tempi che corrono, non c'è più nulla di sano, poiché il vino che si beve e la libertà che si proclama sono adulterati e derisori, poiché, infine, è necessaria una singolare dose di buona volontà per credere che le classi dirigenti sono degne di essere ristorate o compiante...» (Joris-Karl Huysmans, A rebours. Passo letto da Céléstine

locandina

Il diario di una cameriera (1964): locandina

Georges Géret, Jeanne Moreau

Il diario di una cameriera (1964): Georges Géret, Jeanne Moreau

Jeanne Moreau, Jean Ozenne

Il diario di una cameriera (1964): Jeanne Moreau, Jean Ozenne

Jeanne Moreau, Françoise Lugagne

Il diario di una cameriera (1964): Jeanne Moreau, Françoise Lugagne

Jeanne Moreau

Il diario di una cameriera (1964): Jeanne Moreau

Il diario di una cameriera Francia/Italia 1964 la trama: Nel 1929 Célestine, cameriera di Parigi, viene assunta in casa di un ricco borghese di provincia: il padrone è feticista, la padrona frigida e tirchia e la servitù si adegua a questo decadente andazzo. La recensione: Il diario di una cameriera (Le journal d'une femme de chambre) è un film di Luis Buñuel, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Octave Mirbeau, da cui era già stato tratto nel 1946 un film omonimo diretto da Jean Renoir. Soggetto di Octave Mirbeau (romanzo) Sceneggiatura di Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière Produttore Michel Safra, Serge Silberman Casa di produzione Ciné-Alliance, Filmsonor, Spéva Films, Dear Film Produzione Distribuzione in italiano Sony Pictures Fotografia di Roger Fellous Montaggio di Louisette Hautecoeur, Luis Buñuel Scenografia di Georges Wakhévitch Costumi di Georges Wakhévitch, Jacqueline Moreau. Un film bellissimo cupo e disperato su una umanità senza valori e senza rispetto per gli esseri umani. Pellicola girata in Francia, in un bn che acuisce la disperazione di quest’opera arida e cinica. Incredibilmente brava Jeanne Moreau/Célestine la protagonista amorale e fredda, come raramente nella sua carriera, ma solo applausi per una prova così di alto livello recitativo. Una dura critica a tutto e tutti, nello stile del regista, la borghesia viziata e viziosa, le dittature, la giustizia anch’essa ambigua e la Chiesa non esente da colpe e vizi anche lei. I personaggi sono tutti negativi a partire dalla cameriera Célestine arrivata dalla grande città, la ripeto, ma mai abbastanza Jeanne Moreau arrivista e guasta dentro. La padrona sordida nel suo animo e frigida, il marito interpretato da Michel Piccoli “femminaro” o sciupa femmine, il vecchio capo famiglia feticista e una piccola bimba pura come un giglio crudelmente seviziata e uccisa. Un film con dialoghi forti, con primi piani intensi e scene corali ottimali. Il film ci lascia con un senso di malessere, di colpevoli che non scontano la pena, per le loro malefatte. Consigliato a tutti i veri appassionati di un cinema non superficiale, ma introspettivo, capace di evidenziare a che punto di squallore, può arrivare una umanità perduta e viziosa. Interpreti e personaggi Jeanne Moreau: Célestine Georges Géret: Joseph Michel Piccoli: Monsieur Monteil Françoise Lugagne: Madame Monteil Jean Ozenne: Monsieur Rabour Daniel Ivernel: il capitano Mauger Gilberte Géniat: Rose Jean-Claude Carrière: il prete Muni: Marianne Bernard Musson: il sacrestano Claude Jaeger: il giudice Dominique

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