Regia di Kenji Mizoguchi vedi scheda film
Ultimo film di Kenji Mizoguchi, di ambiente contemporaneo, "La strada della vergogna" ritorna sui temi dell'infelicità femminile e dello sfruttamento delle prostitute. Il regista segue parallelamente le vicende di cinque donne che lavorano in un bordello nel quartiere di Yoshiwara, mentre, per una curiosa coincidenza con le vicende italiane, al parlamento giapponese si discuteva di una legge per abolire la prostituzione legalizzata, come fu fatto nel 1958 da noi con la legge Merlin. La vicenda più interessante è quella di Mickey (Machiko Kyo), la donna in apparenza più cinica e orgogliosa: l'attrice offre la migliore interpretazione del film e rende indimenticabile la scena in cui il suo personaggio si ritrova col padre e cerca di corromperlo offrendosi a lui come a un normale cliente. Lo sguardo del regista può sembrare a prima vista più distaccato rispetto ad altre opere, ma in realtà è carico della stessa partecipazione emotiva e del profondo sdegno per la tragica sorte delle sue eroine. La scena finale è crudele e al tempo stesso indimenticabile nel mostrare una piccola bambina che viene avviata al mestiere. Opera un po' trascurata col passare degli anni nel canone mizoguchiano, nonostante sia a tutti gli effetti il suo "canto del cigno", "La strada della vergogna" è un dramma che rifugge dai colpi bassi melodrammatici e dagli effettismi lacrimosi, ma che mostra invece una lucidità di intenti e una serenità nell'approccio che sono completamente in linea con i frutti più maturi di questa fase conclusiva del regista. Il titolo originale significa "Il quartiere a luci rosse" ed è dunque privo della nota moralistica di quello internazionale.
Voto 9/10
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