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Fino all'ultimo respiro

Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film

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La recensione su Fino all'ultimo respiro

di alan smithee
9 stelle

locandina

Fino all'ultimo respiro (1960): locandina

PRIME VIDEO: RAROVIDEO

"Non sono molto bello....

Ma sono un gran boxeur!"

 

L'attrazione tra Michel, conosciuto negli intrallazzi che contraddistinguono le sue giornate, come László Kovács, ladro spavaldo che a Marsiglia ruba un auto ma, inseguito dai gendarmi, finisce per ammazzare uno, e l'americana Patricia, giornalista tirocinante, si trascina tra alti e bassi, tra i sotterfugi di lui, sempre in bolletta, e le titubanze di lei, che cerca l'amore vero, più che la semplice attrazione.

Ma cos'è l'amore vero?

È non poter fare a meno di una persona che ti piace.

Ma Patricia troverà un modo fatale per dimostrare che non ama realmente Michel/Laszlo.

Denunciata la presenza all'investigatore che gli sta alle calcagna da parte di Patricia, timorosa che le venga revocato il permesso di soggiorno, il truffatore verrà freddato in fuga a piedi tra le strade di Parigi, riuscendo, prima di morire, ad esprimere tutto il suo disprezzo per il gesto compiuto da come che credeva almeno un'amica fidata.

Jean-Paul Belmondo

Fino all'ultimo respiro (1960): Jean-Paul Belmondo

Jean Seberg, Jean-Paul Belmondo

Fino all'ultimo respiro (1960): Jean Seberg, Jean-Paul Belmondo

Fino all'ultimo respiro, il cui titolo originale è À bout de souffle, primo film scritto e diretto da Jean-Luc Godard nel 1960, è unanimemente considerato il film manifesto ufficiale della della Nouvelle Vague.

Omaggio spurio e contraddittorio del noir americano, il film ostenta un personaggio di primo piano davvero peculiare: un finto duro che fa il verso ad Humphrey Bogart, ma si rivela a conti fatti tutto fuorché un vero boss. Truffatore si, ma molto, scanzonato, in grado di prendersi in giro, godendosi la vita.

La storia minimizza sulle scene d'azione, come l'uccisione del poliziotto iniziale, sbrigata con una scena rapidissima e di sfuggita, e punta sull'intreccio relazionale tra I due protagonisti, attratti reciprocamente uno all'altro, ma diffidenti è capricciosi al punto da giustificare un finale sulla carta tragico, di fatto un vero e proprio geniale sberleffo nei confronti di un genere che Godard manipola e de struttura con un tocco scanzonato geniale.

Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg

Fino all'ultimo respiro (1960): Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg

Jean-Paul Belmondo

Fino all'ultimo respiro (1960): Jean-Paul Belmondo

Lunghi dialoghi tra I due protagonisti, inquadrature innovative, stravaganti e geniali spesso puntate sui volti degli attori, piani sequenza lunghi e sin arditi, rendono Fino all'ultimo respiro un lavoro innovativo di grande impatto. Jean-Paul Belmondo con questo film si vede spalancare le porte divistiche che gli regaleranno una carriera strepitosa. Al suo fianco la bella e fredda, calcolatrice Jean Seberg, che cela perfettamente in una apparenza di dolcezza, la propria determinazione ed il proprio arriviamo congenito.

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