Regia di Michele Masneri, Antongiulio Panizzi vedi scheda film
Di Alberto Arbasino i miei ricordi cadono su alcune articolesse di terza pagina de “La Repubblica”, le ospitate promozionali da Fazio, una cronaca ironica minuto per minuto di Fulvio Abbate dietro le quinte del Premio Strega a casa Bellonci, le puntate memorabili di “Match” trasmissione Rai di fine anni settanta. Con quei colori e quegli abiti che si possono ammirare quasi uguali anche in un’altra trasmissione cult (per me) del tempo: Ieri e Oggi.
Di AA ho letto qualche suo saggio ma nessun romanzo. Preferisco Michele Masneri, scrittore e penna brillante de “Il Foglio”. I suoi lunghi reportage di costume, spesso, sono imperdibili. Letto il libretto omonimo edito da Quodlibet e mosso da curiosità ho visto il piccolo documentario dedicato al suo mito e ad un mito effettivo della letteratura e del costume italico scomparso nel 2020.
Arbasino era di Voghera, di famiglia benestante e cultura lombarda illuminista. Cresciuto in un museo di antenati, zie moribonde e un via vai di suore e preti “scappò” a Roma. E nella città eterna divenne un mondano. Scrisse “Fratelli d’Italia” (libro infinito): ci sono molte ipotesi di testo, a seconda dell’umore, delle passioni…Da buon amante di Proust applicò la Recherche dai sessanta in poi. Frequentava nobildonne, contesse e “smandrappate” come ricordano le sopravvissute ad un mondo che resiste e che Masneri conosce e descrive bene.
A corredo di vecchie interviste, della inconfondibile erre, di fotografie e di immagini rubate (il perfido Visconti) dallo stesso autore regista con Antongiulio Panizzi, ci sono le testimonianze e i ricordi di Giorgio Montefoschi, Masolino d’Amico, Marisela Federici, Giovanni Agosti e gli eredi in cui si rimarca il carattere cosmopolita dell’intellettuale: viaggiatore curioso, poliedrico e inventore di espressioni divenute vocabolario, lessico e tormentoni. La casalinga di Voghera per indicare “moda sottoculturale, buon senso provinciale”. La Carolina Invernizio sdoganata, la gita a Chiasso, i nipotini dell’Ingegnere (Gadda). E ancora le cartoline come rebus.
Colpisce ad un certo punto che egli stesso fosse diventato stereotipo del mondano che doveva fare citazioni colte e battute da omosessuale a tutti i costi, quasi per distinguersi. La “magnifica ossessione” di Masneri si chiude con la visita al loculo in cui trovare anche il compagno Stefano/Romolo. “Stile Alberto” è un ritratto delicato e in punta di piedi che - accompagnato dalle gaie musiche di Enzo Foniciello - sarebbe piaciuto al mito e mistero Arbasino. In tanti abbiamo provato a imitarlo ma con risultati tragici.
Stile Alberto (2025): scena
Stile Alberto (2025): locandina
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