Trama
Thooya, una migrante e aspirante attrice che si mantiene lavorando segretamente come prostituta part-time a Mumbai, incontra Swetha, impiegata in un call center, anch’essa migrante, quando decide di subaffittarle l’appartamento del suo “sugar daddy”. Nel caos ininterrotto della città le due stringono un legame fatto di silenzi, confidenze e piccoli gesti quotidiani, un’affinità fragile e inattesa che si rivela tanto più preziosa quanto più le loro vite portano i segni di desideri repressi e ferite non dette. Non è un dramma a dispiegarsi, ma il lento fiorire di individualità che cercano uno spazio di resistenza e riconoscimento in un mondo che troppo spesso non le vede.
«Vengo da un villaggio dove le ragazze sono date in sposa giovanissime e negli istituti governativi ricevono razioni alimentari invece di libri», ha ricordato Roy. «La mia amica Jhuma si è sposata a tredici anni con un programma statale, poi è scomparsa. Il suo silenzio non se n’è più andato, e Songs of Forgotten Dreams nasce da quella ferita. Ho voluto raccontare due migranti le cui esistenze si sfiorano senza clamori, restituendo dignità e complessità a donne spesso ridotte a funzioni o metafore. Questo film è un tentativo di dare voce all’invisibile, di fare spazio a chi resiste silenziosamente. È la mia lettera a chi, come Jhuma, è stata cancellata dai sistemi che avrebbero dovuto proteggerla».
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