Trama
Nel cuore di Trastevere, tra le mura silenziose e raccolte del Monastero di Santa Cecilia, si rinnova ogni anno un rito antico, che affonda le radici nella tradizione più profonda della Chiesa. A gennaio, due agnelli appena nati vengono ornati di fiori, benedetti e affidati alle cure di una delle monache benedettine di clausura. La religiosa se ne prende cura con la dedizione e la tenerezza di una madre, fino al momento in cui la loro lana verrà utilizzata per tessere il pallio, il paramento liturgico che il Pontefice indossa il 29 giugno, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Agnus Dei, film girato da Massimiliano Camaiti, segue con attenzione e discrezione questo ciclo, trasformando il rito in un racconto che intreccia spiritualità, cura, sacrificio e continuità storica. Nell’Anno Santo 2025, mentre il rito si compie, un evento inatteso scuote il monastero e la Chiesa universale: la notizia della malattia improvvisa di papa Francesco, che di lì a poco porterà alla sua morte. Eppure, anche di fronte a un avvenimento epocale, la vita monastica riprende il suo ritmo, quasi intatta, sospesa in un tempo che sembra sottratto alle urgenze della storia.
“La scoperta di questa tradizione è avvenuta per caso”, racconta Camaiti a proposito della genesi del film Agnus Dei. “Vedere due agnelli ricoperti di fiori, festeggiati con entusiasmo dalle monache prima di essere benedetti da un prete, è stata una sorta di rivelazione. Da lì è nata l’idea di seguirne il viaggio: dalla nascita fino alla trasformazione della loro lana in un paramento destinato al Papa”. La camera del regista diventa così un tramite tra l’intimità delle clausure e lo scorrere del tempo esterno, restituendo un universo che vive secondo un respiro differente, imperturbabile anche davanti all’irrompere della Storia.
Agnus Dei è un film che porta lo spettatore dentro un microcosmo segreto, fatto di gesti antichi e di un silenzio che sa custodire, nel cuore di Roma, un rito che resiste ai secoli.
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