Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Il ragionier Ugo Fantozzi è impegnato in un esistenza di continue frustrazioni lavorative, sentimentali, e chi più ne ha più ne metta. Fantozzi è vittima dei suoi stessi desideri, tutto gli va storto ed ha una sfortuna incredibile.
Si può dire che “Fantozzi” di Luciano Salce abbia segnato convincentemente il cinema italiano, fino a prima privo di un umorismo così palpabile, abbia fatto identificare milioni d’italiani nell’estrema sfiga del ragioniere, ed abbia divertito e nello stesso tempo immalinconito gli amanti del cinema anni ’70, un cinema criptico, pacchiano e in molti casi geniale. Tratto da un romanzo di Paolo Villaggio, “Fantozzi” ha dato il via ad un vero e proprio lungo filone di altri episodi più o meno riusciti, che evidenziano comunemente lo stereotipo patriarcale di una generazione succube di una gerarchia istituzionale che piomba sulla testa di chi evade, si ritorna all’ormai nota nuvoletta fantozziana. Luciano Salce, regista anche de “Il secondo tragico Fantozzi”, qui al suo ventiduesimo film, realizza un opera a se stante, sperduta tra le aride zone lavorative e gli algidi picchi di Courmaieur, creando numerosi immaginari collettivi che perdureranno negli anni a seguire.
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