Espandi menu
cerca
The Testament of Ann Lee

Regia di Mona Fastvold vedi scheda film

Recensioni

L'autore

obyone

obyone

Iscritto dal 15 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 96
  • Post 6
  • Recensioni 577
  • Playlist 20
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Testament of Ann Lee

di obyone
8 stelle

 

scena

The Testament of Ann Lee (2025): scena

 

Venezia 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Mona Fastvold è una regista e sceneggiatrice norvegese legata dal 2014 al collega e attore Brady Corbet. I due sono uniti sentimentalmente e professionalmente, tant'è che ogni film da loro diretto, a partire da quella data, è stato scritto a quattro mani. Lo scorso anno fu Corbet a presentare in concorso a Venezia "The Brutalist" raccontando il sogno americano, seguendo le vicissitudini di un architetto formato dalla tragedia dell'Olocausto e dall'emarginazione sociale. Se il László Tóth di Corbet era un personaggio di fantasia plasmato su alcune grandi figure dell'architettura novecentesca, la protagonista di "The Testament of Ann Lee" di Mona Fastvold è un personaggio realmente esistito, vissuto nel XVIII secolo. Nata nel 1736 a Manchester, Ann Lee divenne predicatrice e fondò, infine, una sua comunità nel New England.

Fastvold ne racconta la storia, sin dalle origini, modificando i canoni del bio-pic tradizionale ma, nella sostanza, è sempre il sogno americano al centro del racconto, pur declinato in chiave spirituale.

Come molti adepti delle nuove correnti religiose riformate d'Europa, anche Ann Lee credette nella possibilità di fondare la Gerusalemme Celeste nei territori inesplorati e vergini delle colonie britanniche ove sarebbe stato possibile vivere in pace con Dio e gli uomini.

La storia di Ann Lee è "un sogno americano" fondato sulla comunione divina. Un sogno slegato da questioni terrene come il danaro ed il successo, elementi che da sempre spingono uomini e donne a lasciare i propri paesi per giungere in America in cerca di nuove opportunità.

La spiritualità è un elemento centrale del film e perché ciò sia chiaro Mona Fastvold sceglie di mettere in musica il percorso umano e spirituale della pastora quacchera. Perché la musica? Perché da sempre l'umanità si rivolge al Creatore attraverso canti e lodi. I salmi biblici, in origine cantati e accompagnati da strumenti, i canti gregoriani, il bhajana induista, la recitazione salmodiata del Corano, i tamburi sciamanici sono testimonianza del rapporto tra umanità e divinità. E poi c'è l'inevitabile simbiosi tra musica e danza, quest'ultima considerata dagli egizi dono degli dei, caratterizzata, invece, da movimenti febbrili nel culto greco di Dioniso o atto di purificazione dai nativi americani. Il ballo conduce con maggior fervore il canto di lode verso l'alto. E se per le religioni più moderne la danza ha spesso rappresentato un limite alla catarsi spirituale, trasformandosi più che altro in elemento sacrilego, non può essere dimenticato il ritmo impresso dalla preghiera ebraica ai corpi e il raccordo tra cielo e terra nelle danze "Sufi". 

Il movimento dei corpi, così come la declamazione dei versi biblici, ebbero un ruolo fondamentale nella dottrina "shakers" da cui mosse i primi passi la stessa Ann Lee. Di fatto la scelta di ricorrere al musical è quasi scontata ancorché opportuna. Le splendide musiche di Daniel Blumbeg ed i testi profondi delle canzoni mettono in risalto il fervore religioso dei credenti ma anche l'aspetto più intransigente e puro del movimento religioso di cui Ann era "madre" e leader indiscussa. 

 

Amanda Seyfried

The Testament of Ann Lee (2025): Amanda Seyfried

 

La scrittura di Fastvold/Corbet è valida. Mostra allo spettatore l'arretratezza materiale del 'Settecento, il bisogno conseguente di credere in un Dio che regalasse all'umanità quella possibilità di riscatto che la vita non offriva. Lo spirito ribelle della Madre, e la sua incrollabile fede nel sentirsi la sposa di Cristo, ovvero l'incarnazione di Gesù alla sua seconda venuta terrena, rispondeva, perciò ad un bisogno comune e di estrema importanza: credere in un aldilà migliore. Un bisogno la cui realizzazione richiedeva regole ferree che erano pur sempre meno dure della vita stessa.

La regista non esprime giudizi sulla fede shakers. I contenuti dottrinali non sono importanti per lei ma sono utili ad inquadrare il personaggio ed il contesto in cui vive. Sono, invece, interessanti altri aspetti della storia di Ann Lee, la capacità di una donna di fondare una comunità religiosa e di attrarre seguaci nel ruolo di predicatrice e la reazione maschile di fronte ad una donna che si appropria di un ruolo sociale occupato esclusivamente da uomini. Se Dio ha creato uomo e donna a sua immagine perché il prossimo Messia, annunciato dai testi apocalittici, non dovrebbe essere femmina? Le rivendicazioni di genere sono presenti così come viene mostrato l'odio ingiustificato nei confronti del mondo femminile. Ann è tacciata di stregoneria. Troppo carismatica, mette in pericolo il potere degli uomini. 

Fastvold non si sofferma esclusivamente su questi aspetti cercando, infine, una risposta al fallimento del movimento, utopico ed intransigente. Il film non a caso si chiude con una delle scene più statiche dell'intero arco narrativo quasi a preconizzare la fine stessa della comunità e delle sue teorizzazioni.

Il percorso ascetico di Ann Lee è costellato delle tappe caratteristiche della conversione di ciascun santo della fede cristiana. La conversione, la folgorazione paolina, le visioni mistiche, la chiamata ed infine l'assaggio di immortalità nel giardino terreno dell'Eden dove la predicatrice prende commiato dal mondo creato a sua immagine.

"The Testament of Ann Lee" è un oggetto curioso e sorprendente, un flusso di energia morale in cui i corpi fremono, le braccia si aprono verso il cielo, le labbra si schiudono alle lodi ed ogni singolo muscolo o rantolo chiede il perdono per ottenere la grazia. 

Il personaggio della predicatrice è sicuramente folle ma il suo mondo in fondo non lo è. Le sue idee sono attuali ma in parte assurde. La determinazione di Ann Lee, nel ricercare il Paradiso in terra e la pace tra gli uomini, è encomiabile. Il ritratto sacrilego della regista norvegese coglie con intensa e temeraria stravaganza pregi e vizi di questa donna che di quelle contemporanee potrebbe essere esempio e fonte di ispirazione.

"The Testament of Ann Lee" seduce ma non è per tutti.  

 

Amanda Seyfried

The Testament of Ann Lee (2025): Amanda Seyfried

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati