Trama
Carolina Cavalli, dopo l’esordio con Amanda, torna con un film che intreccia ironia, inquietudine e malinconia generazionale: Il rapimento di Arabella. La trama segue la vicenda di Holly (Benedetta Porcaroli), ventottenne convinta di essere la versione sbagliata di se stessa, intrappolata in una vita che non corrisponde ai suoi desideri e alle aspettative che si era costruita da bambina. L’incontro con Arabella, una ragazzina che finge di non avere famiglia e accetta di assecondare la sua fantasia, diventa per Holly un’occasione surreale: vedere nella bambina la sé stessa di un tempo, quella che avrebbe potuto o voluto essere.
Quello che in apparenza sembra un rapimento è in realtà un gioco di specchi, un viaggio interiore in cui passato, presente e futuro si confondono. Holly cerca di reinventarsi, di “tornare indietro”, di immaginare una nuova possibilità. Arabella la accompagna in una fuga bizzarra e fragile, che non è tanto un’evasione dalla realtà quanto una riflessione su come affrontarla.
“Il film non parla di un rapimento nel senso più tradizionale del termine”, spiega Cavalli a proposito di Il rapimento di Arabella, “ma del bisogno di risolvere i rimpianti, calmare l’ansia del futuro, dimenticare le aspettative fallite. Holly appartiene a quella generazione che teme che la vita sia sempre altrove, che rischia di distrarsi dal mondo reale e dalla sua bellezza e ingiustizia”.
Accanto a Porcaroli, il cast vede la giovane Lucrezia Guglielmino nel ruolo di Arabella, Chris Pine in una sorprendente apparizione internazionale, Marco Bonadei ed Eva Robin’s. Dietro la macchina da presa, Cavalli si affida a una squadra di collaboratori affiatati - la fotografia di Lorenzo Levrini, il montaggio di Babak Jalali, le scenografie di Martino Bonanomi e le musiche originali di Thomas Moked Blum e Noaz Deshe - per costruire un racconto che mescola commedia, dramma e riflessione intima.
Nato, come racconta la regista, da sensazioni personali e da riflessioni trovate in forum e discussioni online, il film Il rapimento di Arabella vuole essere il ritratto di un sentimento condiviso: il timore di essersi persi, di non aver imboccato la strada giusta, e la ricerca ostinata e a volte buffa di una via per sentirsi finalmente speciali.
Note
Continua qui: IL RAPIMENTO DI ARABELLA, UNA GENERAZIONE DISALLINEATA
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