Regia di Bani Khoshnoudi vedi scheda film
Bani Khoshnoudi racconta della scomparsa della cugina, giustiziata nel 1988 durante l'intervento violento del regime islamico iraniano sui prigionieri politici. Lo fa con lunghi momenti di silenzio, delle riprese improvvisamente statiche, dei materiali d'archivio che allargano inevitabilmente il problema a quello della condizione femminile in Iran. La cosa più sorprendente del punto di fuga (vanishing point) di Bani Khoshnoudi è la sua capacità - e il suo coraggio - di sospendersi in attimi di contemplazione quando l'urlo di rabbia potrebbe farsi più rovinoso e affaticante. Il suo film risente profondamente di un respiro politico ("sociale", direbbe Jafar Panahi: c'è poco da prendere posizione, ci sono i vivi e ci sono i morti) anche quando l'oggetto dell'inquadratura è una cucina vuota, un panorama, una casa senza mobili. Il punto è restituire dei momenti: alcuni del presente e altri, della stessa consistenza, del passato. La qualità della camera infatti cambia, se il punto di fuga è quello dato dalla prospettiva di un'inquadratura di una strada di Teheran anni addietro; quella qualità ritorna al nitore digitale del presente se il punto di fuga è quello di una prospettiva vuota, interna, casalinga, o addirittura quello che trafigge il foglio di un album di foto di ieri, sfogliato oggi. La questione del film pare essere quella della "consistenza", appunto: sentire il presente e sentire il passato come momenti per nulla distanti, quasi che si possa passeggiare dall'uno all'altro senza sforzo - se non quello di trattenere le lacrime.
Premiato a Visions du Réel e presentato in concorso a Filmmaker Festival 2025, The Vanishing Point (sorella stretta di With Hasan in Gaza di Kamal Aljafari) è puramente straziante, ci si ondeggia dentro, dilata l'azione (disperdendo la presa sullo spettatore) per poi esplodere, negli ultimi 20 minuti, con una serie di filmati per le strade dell'Iran contemporaneo, in cui alcune donne si rivoltano al mondo, da sole, squarciando l'aria e il traffico e il mondo di maschi prevaricatori che le ridicolizzano. Per quanto l'esperienza del film possa risultare faticosa, vale la pena resistere a un silenzio immobile che invece è un tormento: The Vanishing Poin alla fine si sbottona con una violenza che spiazza e spezza.
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