Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Testamento artistico di Ingmar Bergman e suo congedo dal cinema (in seguito dirigerà soltanto film televisivi: anche questo a dire il vero è stato realizzato per la tv, ma l'edizione più conosciuta è quella cinematografica di 3 ore). Film-fiume alla "Via col vento", saga nordica che assomiglia a un poderoso romanzo per immagini, appassionato omaggio al teatro: Fanny e Alexander è tutto questo e molto altro ancora. La libertà narrativa di cui fa prova è stupefacente: si passa da una lunga festa familiare nel capitolo iniziale al dramma cupo e ad atmosfere fantastiche ed allucinate, per concludere con un ritorno alla serenità. Tutto appare calibrato alla perfezione, come si conviene ad un film riassuntivo di un'intera carriera: la fotografia di Nykvist tocca punte altissime nell'utilizzo del colore, ma anche lo stile risulta di un'ammirevole fluidità, come se il regista avesse anche lui trovato una pacificazione nell'atto della creazione artistica. Nell'ampio cast, personalmente preferisco il vescovo tormentato e schizofrenico di Jan Malmsjo e la nonna della grande Gunn Wallgren, ma quasi tutti i personaggi sono da antologia, con una menzione d'obbligo per alcuni volti consueti del cinema di Bergman come Jarl Kulle, Erland Josephson, ma anche la giovane Pernilla August che si sarebbe fatta strada negli anni successivi, nonché il bambino protagonista Bertil Guve, che fornisce un'eccellente prestazione da child actor. Insieme a Berlin Alexanderplatz di Fassbinder, Il decalogo di Kieslowski e i vari Heimat di Reitz, un esempio eccezionale di film televisivo che entra nelle antologie del cinema più grande: è un capolavoro, tra i migliori film degli ultimi quarant'anni. Non sono mai riuscito a vedere l'edizione integrale da cinque ore, che però secondo alcuni è quella imprescindibile; rispetto ad un altro film televisivo che esiste in doppia versione come "Scene da un matrimonio", "Fanny e Alexander" è un netto passo avanti, soprattutto nella qualità visiva che qui è superba, tanto da meritare a Nykvist un nuovo Oscar.
Voto 10/10
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