Regia di Daniel Vidal Toche vedi scheda film
The Anatomy of the Horses (2025): locandina
TFF 43: CONCORSO LUNGOMETRAGGI
Nel XVIII secolo, un giovane combattente peruviano di nome Ángel Pumacahua, ha tentato la rivoluzione ma, al pari dei suoi compagni, è stato sconfitto e, assieme al fratello gravemente ferito, cerca di tornare al suo villaggio natio per curarsi e sopravvivere ai vincitori anticolonialisti. Una volta raggiunta la sua umile dimora, l'uomo, dopo aver seppellito il fratello, si accorge che qualcosa è cambiato.
Poco per volta si accorgerà di essere circondato da un nuovo mondo, come trovarsi in un futuro lontano.
In effetti la misteriosa caduta di un meteorite ha squarciato il tessuto del tempo, aprendo un varco tra le epoche e segnando la collisione tra passato e presente, catapulta do l'uomo nel XXI secolo.


Scosso, incredulo, insicuro, Ángel in quello che per lui è futuro, incontra Eustaquia, una giovane allevatrice di lama alla disperata ricerca della sorella gemella, scomparsa in circostanze misteriose proprio in occasione della collisione del meteorite.
Insieme, l'uomo del passato e la pastorello contemporanea troveranno il modo di spalleggiarsi in un contesto in cui la lotta contro prevaricazione e strapotere meritano ancora di essere portate avanti, divenendo ancora più complessa l'opera necessaria per scardinare le sperequazione e le prepotenze, ora appannaggio di un sistema di potere che non può più essere esougnato con la forza bruta, o con atti dimostrativi tipo appendere un arto del nemico nella pubblica piazza.


L'esordio nel lungometraggio del regista peruviano Daniel Vidal Toche avviene con un film affascinante, complesso, anzi tortuoso, ma proprio per questo stimolante, pieno come si ritrova di interrogativi basilari sulle distorsioni e le anomalie che la società porta avanti agevolando le sperequazioni sociali e premiando la disonestà e l'avidità senza scrupoli.
La anatomia de Los caballos trasporta lo spettatore, comprensibilmente destabilizzato ma anche ammaliato da tante incognite, lungo un viaggio seducente tra passato e presente attraverso cui i due momenti si pongono a confronto, confutando come la prepotenza umana si evolva senza soluzione, arrivando a creare una continuità maldestra e perversa che non può che assicurarci futuri sempre più incerti e sperequati tra I pochi che dominano, e i molti che soccombono.
Deserti andini brulli e pittoreschi, enormi ed inquietanti cavità create da schianti di comete, fanno da contorno prezioso ed essenziale a quello che, per ora, si rivela il più affascinante ed originale film del Concorso Lungometraggi al 43 TFF.
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