Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Jay Kelly (2025): locandina
VENEZIA 82 - CONCORSO
Jay Kelly è davvero una sorta di George Clooney: star sulla sessantina che ha avuto tutto il meglio dalla professione, avvantaggiato da un apoeal che lo ha sempre aiutato. In aggiunta Jay (tralasciando la star George, che ormai è cosa a parte) ha patito qualche incidente intimo e si trova oggi un po' insicuro e vulnerabile come padre, non essendo da tempo più marito.
Certo è invidiato, specie dai colleghi coetanei che, pur spiacenti e persino più dotati, non hanno saputo cavalcare l'onda giusta, o sono stati sopraffatti da quella di Jay (Billy Crudup interpretando uno traces si si dimostra la vera, unica chicca positiva del film, impegnandosi in un breve ruolo di intensità straordinaria). Con la complicità del manager ed amico Ron (Adam Sandler), per distrarsi da qualche cruccio di padre non all'altezza, Jay si fa convincere ad intraprendere un viaggio in centro Italia, a ritirare una onorificenza alla carriera.
Jay Kelly (2025): Laura Dern, George Clooney, Adam Sandler
E qui casca l'asino.... e frana il film, che si dilunga in una tristemente nota sequela di stupidaggini e qualunquismo sull'italietta da spot che l'americano superficiale pretende di vedere rappresentata o vedere di persona nei suoi viaggi in loco.
Cose agghiaccianti viste tristemente già nell'agghiacciante Mangia, prega, ama di Ryan Murphy (2010), ma che hanno fatto franare anche maestri altrimenti eccelsi come Woody Allen (To Rome with love, 2012, è il punto più basso di una carriera di fatto senza eguali o quasi), è che si sperava non facessero cadere così in basso un regista e sceneggiatore di livello, spigliato e brillante come è spesso stato Noah Baubach.
Jay Kelly (2025): Greta Gerwig, Adam Sandler
Invece un mezzo disastro, che conferma la superficialità made in Usa quando si tratta di catturare essenze di culture che non gli appartengono. Inspiegabilmente poi, essendo il film ambientato ai giorni nostri, la scenografia si riempie di oggettistica vintage inspiegabili: carrozze di treni degli anni '80, taxi gialli che vedono in circolazione Fiat Tipo e addirittura Fiat Regata la cui esistenza si era pressoché cancellata dalla memoria, cimiterini che paiono presepi, e poveri attori italiani costretti a fare da comparsa maccheroni a ad uno spottone puerile sullo stivale che crea imbarazzo.
Jay Kelly (2025): George Clooney
Alba Rorhwacher su tutti gli attori italiani coinvolti in questo terribile pasticcio, risulta la più nota e la più mortificata dalla pochezza del ruolo.
Un film imbarazzante che tuttavia prometteva cose gradevoli nel suo godibile incipit, ma che sprofonda in situazioni indifendibili non appena la storia valica l'Oceano Atlantico avvicinandosi all'Europa.
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