Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
82ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) - IN CONCORSO
Jay Kelly (George Clooney) è una star di Hollywood giunta alla sessantina, con un ego importante, un rapporto non facile con le figlie che ha trascurato per la carriera ed un manager chioccia (Adam Sandler) che si occupa di accudirlo e di sistemare e risolvere ogni sua intemperanza.
Il film inizia abbastanza bene, con un bel piano sequenza sul set hollywoodiano e con la presentazione del protagonista costretto a fare un bilancio di vita, che può rappresentare una sorta di alter ego del suo interprete George Clooney. Anche l'incontro-scontro con l'amico degli esordi giovanili e il flashback al provino in cui Jay gli rubò il ruolo dando l'avvio alla sua sfolgorante carriera sono gestiti con brio. Poi purtroppo, con la decisione di Kelly di raggiungere la figlia maggiore a Parigi e da lì partire in treno verso la Toscana, il film inizia a deragliare dai binari e peggiora sempre più, toccando il fondo nella parte ambientata a Pienza dove Jay riceve un premio alla carriera, che trabocca di triti stereotipi di un'Italia da cartolina ed è appesantita da una scrittura di smaccata bruttezza e superficialità. La scena dell'inseguimento nei campi dello scippatore in spandex è imbarazzante, così come la breve parte di Alba Rohrwacher e le chiacchiere irritanti degli americani in trasferta durante gli aperitivi nella campagna toscana. Neppure si capisce perché nella sequenza italiana si sia voluto mettere in scena un irrealistico modernariato, con gli interni del vagone ferroviario risalenti agli anni 80 e modelli d'auto di almeno trent'anni fa per le strade. La linea narrativa dedicata al manager Ron (Sandler) e al suo rapporto con l'ex moglie (Laura Dern), anche lei nello staff della star come pr, mal si amalgama con la vicenda di Jay e non basta la bravura degli attori a salvarla dall'irrilevanza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta