Espandi menu
cerca
Put Your Soul on Your Hand and Walk

Regia di Sepideh Farsi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

EightAndHalf

EightAndHalf

Iscritto dal 4 settembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 241
  • Post 60
  • Recensioni 1119
  • Playlist 35
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Put Your Soul on Your Hand and Walk

di EightAndHalf
7 stelle

Se Ghost Elephants di Werner Herzog unidentified di Francesco Zanatta (entrambi presentati a Filmmaker Festival 2025 a Milano) sono i mattoni di un “documentario in costruzione”, di una continua domanda che ci faccia orientare nella selva di stimoli, di movimenti teorici anche, Put Your Soul on Your Hand and Walk di Sepideh Farsi ci porta invece di fronte a un monolite. Un muro contro cui sbattere, su cui c’è poco da costruire se non in termini di coscienza, di possibile dialogo, di ragionamento su tutti quei filtri che ci distanziano dalle tragedie reali chilometri distanti da noi. Nel documentario si rendiconta la corrispondenza fra la regista e Fatma Hassona, una fotoreporter palestinese morta uccisa dai missili israeliani nell’aprile del 2025, probabilmente individuata come minaccia vista l’ingente quantità di giornalisti uccisi durante gli atti genocidi di Israele fra la fine del 2023 e il nostro presente. All’apparenza un desktop movie, e invece no: Sepideh Farsi riprende le immagini col suo cellulare inquadrando un altro schermo ancora, quello del suo computer. La fissità del desktop non restituirebbe il carattere effimero di quei momenti, e in questa stratificazione sta tutta la necessità di fermare dei momenti che paiono volatili come i pixel bloccati da una connessione web scadente: Hassona si chiude a casa di un’amica per riuscire a parlare con Farsi, oppure chiacchiera da un palazzo mezzo diroccato, recente obbiettivo dei bombardamenti del governo Netanyahu, oppure riesce a sintonizzarsi da casa sua, e inquadrare i fratellini che saranno vittime come lei nel bombardamento dello scorso aprile. Nelle domande di Farsi sta tutta la misura degli interrogativi di noi che stiamo al di qua degli schermi, al di fuori delle esplosioni, a distanza dalle bombe: cosa chiederemmo a una vittima? Cos’altro potremmo fare se non far tesoro di un momento, di un sorriso, e tentare di far arrampicare l’empatia fra le cascate di bit che ci connettono?

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati