Regia di Lav Diaz vedi scheda film
Magellan (2025): locandina
43 TFF - FUORI CONCORSO - FESTIVAL DI CANNES 78 : CANNES PREMIÈRE
Lav Diaz affronta una coproduzione che coinvolge, oltre le natie, amate e ugualmente criticate Filippine, anche Francia, Spagna e Portogallo, e si ritrova, per la prima volta nella sua lunga carriera fitta di opere spesso fluviali, rigorose quanto stupefacenti, a girare con un attore-star occidentale, in particolare l'attore messicano Gael Garcia Bernal, in uno dei suoi rari film a colori, che assume la forma di un biopic, trattando la figura del famoso, instancabile e temerario navigatore ed esploratore portoghese Fernando Magellano, a cui si deve la prima circumnavigazione del globo, oltre che la scoperta di passaggi efficaci per effettuarla più rapidamente, come lo "stretto di Magellano", ribattezzato così in suo onore, che collegava il mar del nord con il mar del sud, ossia l'Atlantico con il Pacifico attraverso il sud del continente sudamericano.
Magellan (2025): scena
Magellan (2025): Gael García Bernal
Il resto dell'approccio narrativo e formale con cui Lav Diaz affronta il racconto, in verità non cambia affatto rispetto alle caratteristiche del suo cinema precedente.
E per fortuna!
Magellan, nella sua versione pur scorciata per essere presentata al Festival di Cannes, ove venne impropriamente accatastato nella sezione recente un po' poco rappresentativa del "Cannes Première", si rivela, nonostante i tagli imposto che ci fanno attendere la versione lunga di 8/9 ore, un biopic meraviglioso, originale per la categoria in cui rientra, coerente con lo stile magnifico e ipnotizzante di Diaz.
L'audace e dotato cineasta filippino anche stavolta non cede alle lusinghe di una produzione internazionale e mantiene le caratteristiche del cinema che lo ha reso autore osannato dai cinefili.
Spicca quindi desiderio imperioso ed impellente di girare con rigorosa macchina fissa, che si apre a vedute omnicomprensive in cui l'uomo, la star, il protagonista, sono solo parte di un insieme, mai il senso compiuto di una azione.
Magellan (2025): locandina
Inoltre il grande cinesta racconta la vicenda delle conquiste di Magellano senza mai renderlo un eroe, ma al massimo, un personaggio con le sue ombre e qualche virtù indubbia, come coraggio e fermezza di progetti ed intenti.
Ma allo stesso tempo rimane intatta la sferzante vena polemica dell'autore che, non potendo attaccare ed ammonire questo suo paese dilaniato da corruzione e malaffare nella gestione politico-economica della nazione, come avviene in quasi tutte le precedenti opere, punta tutta la sua indignazione sulla gestione sanguinosa e barbara del processo di colonizzazione da parte di un mondo cristiano crudele è spietato che opera nel nome di un Dio imbrattato di sangue e di violenza disumana.
Magellan (2025): scena
La versione ridotta a 165 minuti, probabilmente mortifica la prestazione del divo messicano ed elimina personaggi fondamentali che avranno spazio e possibilità di esprimersi nella versione più lunga, ma anche in questa più comoda versione da sala restano indimenticabili le lunghe vedute paesaggistiche tra spiagge durante attracchi, stragi nella foresta da parte dei conquistatori cristiani ai danni delle popolazioni indigene, cieli plumbei che paiono giudicare le nefandezze di una umanità senza limiti né pietà.
Scorci che hanno il potere seduttivo di quadri dei più grandi artisti, alla Caravaggio, e che le riprese lunghe e senza fretta del grande cineasta consentono ad uno spettatore rapito di potercisi perdere, straniati e rapiti da un vero e proprio incantesimo cinematografico.
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