Regia di Timo Tjahjanto vedi scheda film
Visto che al suo "datore di lavoro" Hutch Mansell (Odenkirk), killer a cottimo, deve ancora restituire un sacco di soldi, ci sono ancora alcune "missioni" che l'uomo deve compiere per conto del boss. Ma la famiglia lo mette alle strette e Hutch vuole prendersi una pausa vacanziera con moglie (Nielsen), discendenti e ascendente (Lloyd). Finisce così a Plummerville, cittadina dimenticata da Dio, dove le attività più redditizie sono il traffico di droga e il gioco d'azzardo. Qui, in un climax che trova l'apice in un parco acquatico, l'uomo dovrà per forza di cose tornare in azione.
Quattro anni dopo il primo episodio, la cabina di regia passa nelle mani di Timo Tjahjanto, regista mezzo tedesco, mezzo indonesiano. Il giochetto rimane sostanzialmente identico: siamo dalle parti dello sparatutto dove il vero piatto gourmet arriva con gli scontri a mani nude. Botte da orbi per tutti (la migliore nel mazzo è Sharon Stone, con una massiccia dose di autoironia), nell'attesa di vedere - in un film dove è inutile portarsi il pallottoliere per contare i morti - quale sarà la prossima trovata per mandare i cattivoni al creatore. Certo, ci sono i tentativi di dare un'anima domestica al massacro: la vacanza nostalgica, il parco giochi sgangherato di quando Hutch era bambino, la macchinetta usa e getta per immortalare i "bei momenti" (tra una carneficina e l'altra), persino il cagnolone piazzato in apertura e chiusura per strizzare l'occhio al pubblico. Peccato che tutto ciò non basti a coprire la mancanza di brillantezza: meno ironia, più splatter gratuito, e una caterva di risse sei contro uno che presto diventano routine. Al netto di qualche guizzo cartoonesco, il film finisce col sembrare un'imitazione stanca di John Wick, con meno invenzioni e più sangue. Insomma: tutto qui, ma senza troppo brio.
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