Regia di Shin Adachi vedi scheda film
Good Luck (2024): scena
27 FEFF - CONCORSO
Il giovane regista Yoshiyama Taro si reca in una cittadina periferica della prefettura di Oita, dopo essere stato invitato dallactitolarevdel Cinema Bluebird, a partecipare ad un concorso di film a produzione indipendente. L'opera di Taro è fortemente autobiografica, ed incentrata sul suo rapporto con la fidanzata Yuki, che peraltro riempie quasi ogni inquadratura dell'opera. Il film crea perplessità soprattutto in capo alla organizzatrice, che nel dibattito riuscirà anche a mettere più volte in imbarazzo il giovane regista.
Good Luck (2024): scena
Good Luck (2024): scena
Deciso a trascorrere il fine settimana in quel luogo che presenta diverse località amene dal punto di vista paesaggistico e possibilità di dedicarsi a saune e massaggi, il ragazzo si incammina da solo in un breve viaggio per distrarsi dallo stress della presentazione.
Sul suo cammino incrocierà una spigliata e carina coetanea di nome Sunahara che quel pomeriggio prese parte alla presentazione, e che deciderà di seguire il regista lungo il suo viaggio fisico-esistenziale.
Tra dialoghi ad un passo tra il sexy e l'imbarazzo, tra i due nasce e si sviluppa un sincero rapporto che rimarrà sul versante amichevole, ma che si predisporrà verso futuri, possibili sviluppi.
Good Luck (2024): scena
A metà strada tra l'intimismo del celebre regista coreano Hong Sang-soo e le affabulazioni amorose Ed I corteggiamento deliziosi di molto cinema rohmeriano, Good Luck si presenta come una piccola, piacevolissima sorpresa che, coadiuvato da una tecnica di ripresa minimalista e quasi documentaristico, si dedica a sviluppare un racconto scritto con gran finezza, in grado di entrare nell'animo dello spettatore, catturando la sensibilità dello stesso ed accattivandolo con i suoi due personaggi stupendi.
Good Luck (2024): scena
Good Luck (2024): scena
Sano Hiroki, bel ragazzone moro dai capelli insolitamente ricci per un giapponese, e la dolce e deliziosamente strampalata Amano Hana, attrice dal sorriso in grado di conquistare ogni cuore, contribuiscono alla riuscita di quello che si rivela il film più minimale del FEFF 27, ma anche uno dei più riusciti e puri.
In regia Adachi Shin, che È soprattutto un brillante sceneggiatore, a vantaggio di un film più scritto che girato, in grado di creare emozione.
Una storia che cita smaccatamente Richard Linklater e I suoi indimenticati ed assai affini Prima dell'alba e Prima del tramonto, osservando le regole di un giochino finale che è la chicca che rende ancora più stuzzicante la visione di questa piccola preziosa opera.
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