Regia di Chan-wook Park vedi scheda film
No Other Choice (2025): locandina
VENEZIA 82 - CONCORSO
La serenità che deriva da una stabilità ed un equilibrio familiare esemplare, appaiono come il valore più importante per una vita serena e realizzata.
Per far ciò, tuttavia, ad un solerte ed organizzato capofamiglia serve un lavoro stabile e ben retribuito, che lo impegni a fondo, ma gli consenta di sopperire ad ogni esigenza o necessità familiare eventuale.
Man-soo (interpretato dalla star coreana Lee Byung-hun), dirigente di una celebre cartiera di valenza nazionale, si ritrova in una situazione di equilibrio perfetta, riuscendo a garantire ai propri cari un equilibrio perfetto.
L'idillio si interrompe tuttavia presto, perché una crisi nel settore della carta induce alcune aziende a fondersi e a lesinare sul personale.
Pertanto l'uomo, licenziato dopo una carriera di tutto rispetto in lunghi anni di servizio, si ritrova a dover affrontare la inedita dura realtà di ricercare di collocarsi in un mercato del lavoro che egli stesso non riteneva divenuto a tal punto competitivo.
No Other Choice (2025): Lee Byung-hun
No Other Choice (2025): Son Ye-jin, Lee Byung-hun
Messa in vendita la casa per evitare il pignoramento, tornata a lavorare la moglie, rinunciato ai due grossi cani per avere meno bocche da sfamare, l'uomo si ricicla segretamente in lavori umili, scoprendo che, per tornare a ricoprire uno status lavorativo come il precedente, dovrà adoperarsi ad eliminare fisicamente i suoi più accerrimi concorrenti.
L'atteso ritorno in regia di uno dei registi tecnicamente più dotati al mondo tra i contemporanei, come è senza dubbio il coreano Park Chan-wook, avviene con un genere a lui molto confacente, ovvero il thriller.
No Other Choice (2025): Lee Byung-hun
Il regista della in dimenticata trilogia della vendetta, rappresentata dagli esemplari e truculenti Mr. Vendetta, Old Boy, Lady Vendetta, e dei più recenti Mademoiselle (2016) e Decision to leave (2021), dà ulteriore conferma di una maestria di direzione ed un virtuosismo di ripresa, di costruzione scenografica, davvero sorprendenti. Meno perfetta, tuttavia, appare stavolta la sceneggiatura, complessa nei molteplici colpi di scena di cui si fa carico, che tuttavia finiscono per complicare inutilmente una trama a cui forse avrebbe giovato una maggiore linearità e un minor avvicendamento di sorprese, complici di ridurre a macchiette un po' improbabili la maggior parte dei personaggi di contorno, spesso sadicamente sacrificati a vantaggio della soluzione thriller.
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