Regia di Jiaozi vedi scheda film
Ne Zha 2: il film che partendo dalla religione taoista riesce a raccontare la società cinese
“Dopo la distruzione dei loro corpi causata dalla maledizione e il salvataggio delle loro anime da parte di Taiyi Zhenren, Ne Zha e Ao Bing si ritrovano senza un vero ‘luogo’ dove esistere. Quando un attacco dei draghi mette in pericolo Ao Bing, egli utilizza tutte le sue energie e il suo nuovo corpo si disintegra".
Questa l’idea da cui parte Ne Zha 2, il film d’animazione col più alto incasso mondiale di sempre (con ben 2 miliardi ricavati solo in Cina). Se in Cina il film è stato però un successo, lo stesso non si può dire degli Stati Uniti. Distribuito dalla A24, purtroppo, il film è risultato un flop al botteghino, con poco più di un milione incassato. Si spengono già la possibilità del primo Oscar a un film d’animazione cinese? Assolutamente no, ma per gli esperti questo pessimo debutto non promette bene per il film. Bando alle ciance, parliamo effettivamente di quello che il film è.
Come un po’ emerge anche già dal trailer, uno dei principali pregi di questo film, è questa animazione, fluida, scorrevole, che accompagna lo spettatore per tutte le 2h e mezza (durata notevole per un film d’animazione) senza lasciarlo mai annoiato da essa. I riferimenti sono parecchi alla mitologia cinese: Nezha è il dio guerriero della cultura taoista, Ao Bing è - in realtà - nemico di Nezha in molte versioni della storia di quest’ultimo, Taiyi Zhenren è una figura del Pantheon taoista e persino Ao Guang, padre di Ao Bing, è il re drago dell’est. Questi sono solo alcuni esempi (che si potevano fare benissimo anche sul primo film) che servono per far capire quanto questo film, comunque, attinga alla mitologia e alla cultura cinese. Il film, infatti, si colloca in una sorta di “trasposizione” del mito in un’ottica “moderna”. E forse proprio perché Ao Bing e Ne Zha si completano alla perfezione (immaginiamoci il tutto sotto forma della teoria dello Yin e dello Yang) il film risulta godibile e accessibile a tutti, dai più grandi ai più piccini. Ne Zha ci ricorda infatti una cosa molto importante che purtroppo, soprattutto qui in Italia, non molti tengono sempre a mente: i film d’animazione non devono essere PER FORZA per bambini. Possono esserlo, ma ciò non vuol dire che tutti i film d’animazione siano per bambini. Questo film concilia però le due cose risultando un ottimo film per tutti i target:
i bambini: col suo stile cartoonesco e le sue gag (meno rispetto al primo) il film riesce a far divertire sempre lo spettatore (se ci mettiamo poi l’emotività si aggiunge un tocco di classe);
gli adulti: possono leggere questo film come una critica a quella che è in questo momento la società cinese arrivando a far pensare allo spettatore “Ehy, guarda che in Cina succede tutto ciò. Ribellati!”, il film spinge infatti a dire allo spettatore di non chinare il capo davanti a chi è più forte (proprio come fanno Ne Zha e Ao Bing che non si piegano davanti a nulla) ma piuttosto incita a combattere, a ribellarsi contro un mondo non giusto (hey tu, lettore adulto che ti imbatti nella mia recensione, pensi ancora che sia un film per bambini?);
i giovani spettatori (andava messo prima? Non sarebbe stata la stessa cosa): loro sono probabilmente quelli a cui questo film potrebbe arrivare di più, è innegabile questa cosa. Sono una via di mezzo tra i sopra citati, possono capire la critica sociale e possono, al tempo stesso, rimanere colpiti e scioccati dall’animazione grafica che stupisce per la maggior parte del film. Gli adulti non possono anche loro rimanere stupiti da queste cose? Ovvio che possono, ma allora cosa li differenzia dai ragazzi? Quello che è proprio il punto di svolta, ciò che differenzia giovani spettatori da adulti, è la crescita che un ragazzo dai 15 ai 25 anni può fare. Vedendo il film, infatti, si evolverà con il personaggio di Ne Zha nel modo di pensare, nel modo di vedere il mondo, nel modo di leggere ciò che ci circonda.
A tutto ciò si aggiunge un World Building, a metà tra finzione e mitologia, che è veramente ben curato. Per capire per bene quello che è il “World Building” di Ne Zha bisogna analizzare quello che è la mitologia taoista e capire cosa è stato cambiato da essa. La prima cosa che c’è da dire è che i 3 regni della religione taoista (ben raccontati nel libro L’investitura degli Dei) non sono così netti. Nel libro, i regni sono divisi in cielo, terra e mare, il primo dominato dalle divinità e dagli immortali, dove si trova il Pantheon, il secondo governato dagli umani e il terzo “terra” (si fa per dire) dei draghi o in generale delle divinità acquatiche (nella mitologia cinese i draghi sono figure “divine”). Eppure, nel film, nonostante la differenza si veda (a livello estetico) a livello morale si sente uno "sconquasso" che ribalta le sorti generali: chi dovrebbe stare in cielo, essendo il buono, forse tanto pulito non è mentre c’è più umanità in chi c’è all’inferno (terra e mare). Tale inversione di sorte, nel libro, non risulta mai esserci. Se si parla di costruzione del cielo, una cosa che sempre si nota, è la mancanza del Pantheon (per intenderci…il Pantheon taoista è concettualmente come l’Olimpo greco per importanza) ma al posto di essa viene instaurato un “governo” con gerarchie e persone che ricoprono cariche più importanti di altre (c’è l’imperatore di giada, seguito da Wu Liang - che è anche a capo della setta - che comanda i 12 immortali dorati, che sono un passo sopra agli immortali).
Inoltre, il film adotta un approccio low concept: mette al centro i personaggi, esplorandone emozioni, imperfezioni e relazioni in maniera profonda (nonostante l'elevato ritmo). Non si punta quindi solo sulla spettacolarizzazione e sull'azione dando possibilità ai personaggi di respirare: ciò risulta fondamentale per la buona riuscita del film sviscerando i protagonisti molto bene con tutte le loro imperfezioni, sfaccettature e semplicità. Il film riprende anche molto bene il primo in più punti permettendo così di capire, anche a chi non ha visto il primo, di più della trama e rinfrescando la memoria con avvenimenti a chi invece il primo se l’era recuperato. Trovata modesta ma che dimostra l'accuratezza che ci ha messo chi in questi 6 anni ha lavorato a questo film. Pochissimi titoli di coda e film più che riuscito.
Se un film riesce a creare hype per un terzo capitolo anche tra chi non ha visto il primo, definirlo ‘riuscito’ sarebbe riduttivo. Film superbo che meriterebbe tantissimo agli Oscar, soprattutto considerando che è il migliori film d’animazione che abbiamo visto quest’anno per distacco.
P.S. (Oscar): credo che parlare di questa cosa sia importante quindi mi prendo queste 4-5 righe per esprimere la mia opinione a riguardo. Io sono sicuro che i creatori, quando hanno realizzato questo film, non avevano idea di poter arrivare così lontano (soprattutto considerando quanto fatto dal primo…in Italia neanche distribuito nelle sale). Si può quindi parlare già di un “mini” successo per il film. Ovviamente bellissimo sarebbe vederlo tra i 5 candidati al miglior film d’animazione di quest’anno e potenzialmente vederlo alzare quella statuetta che meriterebbe immensamente. Non perché Ne Zha sia il film della vita, ci mancherebbe, però per la qualità d’animazione che porta quest’anno. Premesso che devo ancora recuperare il francese Arco (presentato a Cannes) e bisogna ancora aspettare Zootropolis 2 (sul quale ammetto, ahimé, di non avere altissime aspettative), credo fermamente che Ne Zha 2 possa essere il miglior film d’animazione dell’anno per distacco poiché più completo di tutti gli altri potenziali candidati sotto molteplici aspetti quali storia, animazione, world building, riferimento a testi classici e critica sociale.
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