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La vita va così

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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La recensione su La vita va così

di Tatons
8 stelle

Film intenso e visivamente molto bello: ottima fotografia, ambientazione e interpretazioni, soprattutto del pastore e di Virginia Raffaele. Tratta la dignità tra tradizione e modernità, contrappone natura e consumismo, buoni e cattivi. Pur vagamente retorico, trasmette speranza e invita a riflettere sui valori perduti.

Dico subito che il film è molto bello, a mio modesto parere.

Una bellissima fotografia, ambientazione stupenda, attori che recitano bene, tra cui il pastore, attore per caso e forse il migliore del cast, supportato da un'ottima interpretazione anche di Virginia Raffaele nel ruolo di figlia.

Che dire del film? È 'divisivo', come normalmente accade quando si trattano temi così importanti.

Il film parla di dignità in maniera bivalente.

Quella del pastore legato alla terra che sente sua da generazioni e che non intende rinunciare alla conservazione della natura ed al rispetto delle tradizioni, identità di una popolazione, e la dignità di una comunità che spera di avere un lavoro per coltivare sogni, pianificare un futuro, sebbene spesso confuso tra reali necessità e voglia di consumismo materialista dei suoi conterranei.

Un ottimo tema per un film non capolavoro ma sicuramente godibile.

Il regista cerca di evidenziare in maniera obiettiva le ragioni di una parte e dell'altra, al fine di spingere lo spettatore a riflettere e 'schierarsi', ma non nasconde la sua preferenza, che comunica allo spettatore in maniera palese sia enfatizzando l'arroganza del capitalista (il 'cattivo') che l'ostinazione dell'umile pastore (il 'buono') per il quale non c'è prezzo per il suo piccolo possedimento a cui è orgogliosamente legato come un albero che ha messo lì le sue radici.

Tra i vari temi del film ce n'è uno importante, anche se trattato con un po' di scontata retorica, cioè la speranza.

Il regista auspica, implicitamente, che la consapevolezza del degrado dei valori morali della società possa portare ad un cambiamento orientato ad un maggior rispetto della natura ed al recupero dei valori umani.

La speranza nella 'redenzione', che troviamo nel bravo Abbatantuono nel ruolo del capitalista anti-stereotipo e che conserva ancora dei principi etici di un mondo passato, e la speranza nella giustizia, grazie alla buona interpretazione di Geppi Cucciari nei panni del giudice che sentenzia non solo in base agli atti formali ma anche in base a principi che rispettano la dignità dei più deboli.

Anche la bivalenza tra il capitalista 'redento' e sua figlia 'arrivista' e senza scrupoli, ci fa riflettere sul passato, di cui il film è permeato positivamente, e sul brutto futuro che si prospetta se non recuperiamo presto i suddetti valori.

Il film è comunque divertente e ne consiglio la visione.

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