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Lemminge

Regia di Michael Haneke vedi scheda film

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La recensione su Lemminge

di mm40
5 stelle

Un film, due film: la storia di alcuni adolescenti austriaci sul finire degli anni '50 (primo capitolo: Arkadien/Arcadia), desiderosi di scoprire la vita, il sesso, di ribellarsi alla generazione dei genitori; e degli stessi personaggi (secondo capitolo: Verletzungen/Lesioni) vent'anni dopo, divenuti adulti incapaci di tenere in piedi una famiglia solida, anaffettivi e depressi.


Una delle opere più impressionanti del Michael Haneke 'televisivo', quello insomma che lavorò per il piccolo schermo tra il 1974 di After Liverpool e il 1997 de Il castello, è senza dubbio questo Lemminge/Lemmings, film strutturato in due parti piuttosto nette e distinte, con i medesimi protagonisti ma ambientate a vent'anni di distanza tra loro. È così che scopriamo la generazione dei 'lemmings' post-secondo conflitto mondiale, quella a cui appartiene anche il regista, adolescenti turbati dal sesso e dalla libertà (mai visti, almeno in simili dosi, dai loro genitori), con una pulsione di morte, di auto-annullamento fin troppo esplicita, che sono d'altronde coloro che diverranno, sul finire degli anni '70, i genitori inetti, i partner infedeli, gli adulti irrisolti dal medesimo istinto autodistruttivo. Tre ore e quaranta minuti di durata nel complesso per una pellicola che segna l'esordio di Haneke nel ruolo di soggettista, dopo After Liverpool tratto da James Saunders e Three paths to the lake (1976) da Ingeborg Bachmann; lo stesso regista si occupa anche della sceneggiatura e pare evidente che abbia le idee già piuttosto chiare. Un cinema drammatico ma iperrealistico, che affronta impietosamente le umane quotidiane miserie senza spettacolarizzarle, ma ponendo l'accento sulla potente mano del Caso, o del Caos, vero artefice delle nostre sconfitte; un cinema in levare ma perennemente in tensione, nel quale la comunicazione tra le persone è laconica, carente, malfunzionante e la brutalità degli accadimenti finisce per sembrare normale. Prodotto dalla tv austriaca e da quella della Germania ovest, il lavoro viene messo in scena con buonissima cura dal punto di vista meramente estetico e vede la partecipazione di interpreti locali non troppo conosciuti. Il successivo film di Haneke, sempre per il piccolo schermo, sarà Variation, del 1983. 5/10.

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