Regia di Petra Biondina Volpe vedi scheda film
"L'ultimo turno" è un film-manifesto e come tutti i film di questo tipo, ambisce a compiere un suo lavoro per così dire "didattico", anche se, in questo caso, la drammatizzazione del soggetto, lo rende un po' più universale. La regista svizzera Petra Biondina Volpe si affida alla bravura (indiscutibile) di Leonie Benesch, già apprezzata in "La Sala Professori", 2023, a cui affida il ruolo di una semplice infermiera del turno pomeriggio-sera in una clinica di Basilea. Causa scarsità di personale, è costretta a farsi in quattro per cercare di adempiere al meglio al proprio lavoro. Assistiamo quindi a un pedinamento della macchina da presa, che s'incolla al suo camice azzurro e conseguentemente ci porta a entrare nelle varie stanze di un reparto di medicina, avvicinandoci, tramite la protagonista, alle storie dei vari pazienti ma, soprattutto, alle problematiche del lavoro infermieristico. Il film è tutto qui, scansa (alla grande) l'impronta documentaristica per drammatizzarsi un po' nell'ultima mezz'ora, quando le cose a Floria Lind (la protagonista) sfuggono un po' di mano. Un'opera bella e umana, soprattutto umana, che denuncia la scarsità di infermieri di ruolo in Svizzera e, di riflesso, a livello mondiale, basti guardare a casa nostra. Un film di denuncia che non va mai sopra le righe, grazie alla strepitosa recitazione della Benesch. Rimane, però, una mancanza a livello di trama, visto che essenzialmente è un susseguirsi di interventi infermieristici uno dopo l'altro dove assieme alla stanchezza di Flora emergono le storie personali della gente comune, più o meno dolorose. Film che mi ha un po' depresso, sinceramente.
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