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Together

Regia di Michael Shanks vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Together

di IlCinefilorosso
6 stelle

Come decifrare Together di Michael Shanks se non partendo dalla sua ambizione allegorica più scoperta, quell’intreccio tra mito e quotidianità che fa riecheggiare, con sorprendente insistenza, il racconto aristofaneo degli androgini nel Simposio platonico? L’antica parabola sulla scissione e sulla ricerca spasmodica della metà perduta, anziché risolversi in un lirismo metafisico, viene calata da Shanks nella concretezza disillusa di una crisi di coppia apparentemente ordinaria, quella tra Milli e Tim: una donna matura, realizzata e determinata, e un uomo rimasto sospeso nell’adolescenza, irrisolto, fragile, incapace di affermarsi senza il sostegno della compagna. Eppure, più che descrivere semplicemente un disequilibrio di potere tra due amanti, il film sembra voler alludere a una tensione universale della contemporaneità: il conflitto costante tra il desiderio di fusione e il bisogno di libertà, tra la promessa di una vita in comune e l’attrazione centrifuga dell’individualismo. L’orrore che ne scaturisce è insieme corporeo e simbolico: il body horror diventa il linguaggio privilegiato per raccontare il mostruoso prodotto di questa dialettica, mentre le atmosfere mutuate dal folk horror e le incursioni nella commedia romantica e nella dark comedy, con largo uso di ironia, tessono un mosaico tonale ibrido, in cui il sorriso, talvolta, si tramuta in inquietudine. La creazione di un nuovo essere, nel finale, porta alle estreme conseguenze il discorso del film: se l’unione si fa letterale, carnale, indissolubile, allora ciò che nasce non è più la coppia ma una forma altra, che rimanda direttamente ai dibattiti contemporanei sul gender fluid e sulla dissoluzione delle categorie tradizionali dell’identità. È qui che Together si fa forse più stimolante, proprio laddove il mito platonico si ricongiunge con le inquietudini del presente. Resta, tuttavia, la sensazione che ogni svolta narrativa sia troppo chiaramente annunciata, troppo prevedibile nel suo svolgersi. Se Shanks ambisce a costruire un discorso universale sul desiderio e sulla dipendenza, a tratti sembra imprigionato dalla stessa meccanica narrativa che vorrebbe sovvertire: gli sviluppi si dispongono con eccessiva linearità, privando lo spettatore di quell’indecidibilità perturbante che è la cifra più autentica del grande body horror. Ma forse è proprio in questa contraddizione che Together trova la sua identità: un film che riflette, pur nei suoi limiti, le tensioni irrisolte delle relazioni contemporanee, in bilico tra fusione e dissoluzione, tra il desiderio di restare insieme e quello di disperdersi nel mondo.

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