Un ragazzo, figlio di un ristoratore di Roma indebitato fino al collo che si è da poco dileguato insieme all'amante, incrocia il suo cammino con quello di una giovane enigmatica, appena giunta nella capitale alla ricerca della sorella misteriosamente scomparsa. I due, uniti dal destino, si ritroveranno catapultati nel caos del sottobosco criminale romano. Per cercare di sopravvivere, dovranno unire anche le forze combattendo fianco a fianco senza esclusione di colpi.
In tutta la parte iniziale "La città proibita" sembra un remake rivisto di "Kill Bill". Poi si omaggia la figura "marziale" di Bruce Lee. E quindi si è immersi nel sottobosco criminale romano. Insomma, è un film di Gabriele Mainetti, bravo a maneggiare tanto materiale per giungere ad un film che brilla per fluidità narrativa e sottotesto ironico.
Storie di kung fu al tempo di Roma 2025: Mainetti si lascia andare a filmare acrobazie (ma molte sequenze, pur in presa diretta, sono spezzate dal montaggio), ricorrendo in alcuni casi alla CGI. La storia fatica ad iniziare e il collegamento Cina-Italia è labile. L'intreccio, telefonato e pieno di buchi, non ripaga lo sforzo economico produttivo.
Risultato fiacco. Non basta una bella scena di combattimento e l'incantevole Roma by night in stile Peck-Hepburn a risollevare il tutto, che si riduce ad una furente ragazza che mena a prescindere. Se dici ad un bimbo di immaginare il suo giocattolo perfetto e che gli sarà realizzato, non è detto che venga fuori un bel prodotto.
Il regista Gabriele Mainetti omaggia i film di arti marziali, di Bruce Lee (specie quello girato a Roma, dove il nostro e la deve vedere con un Chuck Norris giovane e sbarbato, nel Colosseo), ma anche il pulp tanto amato da Quentin Tarantino, rimanendo a Roma.
L’ultimo film di Gabriele Mainetti si chiama La città proibita ed è un film di arti marziali ambientato a piazza Vittorio, quindi un film cosiddetto di genere, ma di un genere assolutamente inedito in Italia… esattamente nello stile di Gabriele Mainetti…
ANTEPRIMA AL CINEMA
... Grosso guaio... nella Chinatown capitolina...
Dal 1975 ad inizio anni10 il governo cinese, per scoraggiare il fenomeno della sovrappopolazione in rapporto alle risorse disponibili, vietò alle coppie di partorire più di un figlio ciascuna. In questo contesto, raccontato anche nei romanzi di apprezzati scrittori come Mo Yan, due giovani coniugi si… leggi tutto
Di buono c’è che “La Città Proibita”, opera terza in 10 anni di Gabriele Mainetti dopo “Lo Chiamavano Jeeg Robot” (Guaglianone/Manotti) e “Freaks Out” (Guaglianone/Mainetti), non soffre, parimenti come il suo lavoro d’esordio, dello stesso “problema” che “affliggeva” il film precedente del regista,… leggi tutto
Sto cercando davvero di capire cosa, di questo film, abbia incantato un notevole numero di spettatori. E parliamo dei medesimi autori dello splendido Continuavano a chiamarlo Jeeg Robot, ridotti a cimentarsi, oggi, in un lentissimo pout pourri di kung fu, citazioni, apatie, canzonette terribili, finte etnie, balletti, improbabili sotterranei da bunker antiatomico che neanche la metro C romana… leggi tutto
Di buono c’è che “La Città Proibita”, opera terza in 10 anni di Gabriele Mainetti dopo “Lo Chiamavano Jeeg Robot” (Guaglianone/Manotti) e “Freaks Out” (Guaglianone/Mainetti), non soffre, parimenti come il suo lavoro d’esordio, dello stesso “problema” che “affliggeva” il film precedente del regista,…
Film visto con molto sospetto, e convinto da una collega che sa fiutare golose spezie estetiche in un cinema italiano che serve sempre la solita pietanza: troppo alto il rischio di misurarsi con il cinema di azione orientale sullo sfondo di Roma. A parte la visione di una Roma multietnica e felicemente integrata, che di fatto non esiste (Piazza Vittorio con le bancarelle multietniche…
Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) e Freaks Out (2021), Gabriele Mainetti conferma la sua capacità di raccontare storie con forte impatto visivo e personaggi memorabili, anche se non sempre riesce a eguagliare la freschezza del suo debutto. Con La città proibita (2025) si confronta con un contesto internazionale, intrecciando…
Meno male che c'è Manetti. Uno che non si fa problemi a sperimentare operazioni improbabili e produttivamente pericolose, quasi ridicole sulla carta, ma che pure questa volta vince la scommessa. Questo action al sake è un omaggio sentito e controllato al cinema di Bruce Lee sbarcato da noi quarant'anni fa. In una Roma stupenda come sempre, immortalata da una regia fulgida e da una…
Sto cercando davvero di capire cosa, di questo film, abbia incantato un notevole numero di spettatori. E parliamo dei medesimi autori dello splendido Continuavano a chiamarlo Jeeg Robot, ridotti a cimentarsi, oggi, in un lentissimo pout pourri di kung fu, citazioni, apatie, canzonette terribili, finte etnie, balletti, improbabili sotterranei da bunker antiatomico che neanche la metro C romana…
Dalla remota Cina, Mei, lottatrice di kung-fu, giunge a Roma, quartiere multietnico Esquilino. E' alla ricerca della sorella, Yun, le tracce della quale si perdono nei locali attigui al ristorante "La Città Proibita", copertura per attività più o meno illecite del losco boss Wang. Apprende che la donna, prostituta, aveva una relazione con Alfredo, maturo titolare di un altro…
Terzo film per il regista Mainetti dopo le buone prove di Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks out (forse quello che preferisco, dei tre). Pure questo è carino, come critica e pubblico (più o meno) anche io darò un 7, è una sorta di commedia drammatica, perché non manca qualche battuta ma alla fine non è poi che di commedia ne rimanga granchè, anzi,…
Terzo lungometraggio per il romano Gabriele Mainetti, che esplora una nuova narrazione fuori dagli schemi canonici offerti dal cinema di casa nostra, perché ancora una volta frutto (prelibato) dell’ennesima rilettura di generi provenienti da altri lidi, strizzando l’occhio nemmeno troppo velatamente a vecchie pellicole quali l’urlo di Chen terrorizza anche l'occidente…
Vissuta all'ombra della sorella maggiore a causa della legge che in Cina istituì dal 1979 la politica del figlio unico, ormai adulta Mei (Yaxi Liu) si mette alla ricerca della congiunta, misteriosamente scomparsa dal quartiere romano dell'Esquilino, dove ha una relazione con il padre (Zingaretti) di un cuoco dal cuore d'oro (Borello). Con quest'ultimo, la ragazza - esperta di arti…
Al solito sopravvalutato film del "rinascente cinema di genere italiano" che inevitabilmente non rinasce invece mai da nessuna parte- anche il supposto successo commerciale di classifica è stato molto breve e relativo, tanto è che era introvabile fino al suo rilascio ufficiale su piattaforme e BD/dvd-, realizzato bene da Mainetti - ma da uno con i suoi mezzi economici dalla…
"La politica del figlio unico ha influenzato la Cina dal 1979 al 2013 (dove il diritto si è espanso fino a 3) a causa della forte crescita demografica. Ogni famiglia può avere al massimo un figlio. Mei, la secondogenita di una famiglia, viene tenuta nascosta al governo perché nata in quegli anni. A un certo punto si trasferirà in Italia per cercare sua sorella,…
Approfittando di un fine settimana che non ha presentato film concorrenti convincenti, Un film Minecraft prende il largo e realizza anche la migliore media schermo (4500 euro) lasciando al secondo posto Operazione…
Con un primo weekend che oscura il successo di Sonic 3, Un film Minecraft incassa 4.750.000 euro e conquista ovviamente il primo posto del box office italiano. Al secondo posto tiene bene Le assaggiatrici di…
Dopo la Roma borgatara di Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) e quella occupata dai nazisti di Freaks Out (2021), nel 2025, Gabriele Mainetti presenta una capitale multietnica in cui ambientare una storia di vendetta, amore e arti marziali.
Mei (Yaxi Liu), una giovane donna cinese esperta di combattimenti corpo a corpo, giunge in Italia per ritrovare la sorella maggiore di…
Purtroppo questo lunedì non riusciamo a comporre il solito commento al box office della settimana e dobbiamo pubblicare la semplice lista delle prime venti posizioni. Però, anche se costretti alla…
Il merito di questo film è del suo regista Mainetti: egli riesce a coniugare la disciplina del kung fu con l' ambiente romano. La giovane cinese Mei esperta di arti marziali arriva a Roma per cercare la sorella : è scomparsa insieme al titolare di
" Alfredo" un ristorante romano a piazza Vittorio. È una capitale dove si mescolano varie etnie , tutti che cercano di…
Personaggi confinati ai margini della società e sentimenti più forti di qualsiasi razionalità (“L’amore è più forte della legge” recita una didascalie di apertura), sono la miscela che muove il cinema di Gabriele Mainetti. “La Città Proibita” (2025), comprime ed espande continuamente i propri spazi, attraverso i quali la…
Inizialmente intitolato Kung Fu all’amatriciana (titolo che ricorda, tristemente, un film anni’80 interpretato da Tomas Milian), il successivamente reintitolato La Città proibita (un omaggio, forse, all’omonimo film di Zhang Yimou del 2006?) è un film ambizioso e, a suo modo, perfino folle ma anche una boccata d’aria fresca per un panorama italiano…
In una settimana tutto sommato ordinaria nei risultati con un esordio normale anche se un po' sotto alle aspettative per Biancaneve (considerando che si tratta di un titolo Disney che ha monopolizzato le sale) e un…
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Commenti (15) vedi tutti
Roma Est, praticamente quasi Guandong.
leggi la recensione completa di mckLa città proibita è un mix di azione e dramma che punta sulla vendetta come motore della storia. Non privo di limiti, ma intenso e coinvolgente.
leggi la recensione completa di Letiv88In tutta la parte iniziale "La città proibita" sembra un remake rivisto di "Kill Bill". Poi si omaggia la figura "marziale" di Bruce Lee. E quindi si è immersi nel sottobosco criminale romano. Insomma, è un film di Gabriele Mainetti, bravo a maneggiare tanto materiale per giungere ad un film che brilla per fluidità narrativa e sottotesto ironico.
commento di Peppe ComuneNon siete pronti al romanaccio? Non vi è piaciuto? Pazienza , tenetevi il cervello sotto naftalina allora, lobotomizzati dalle solite commedie!
leggi la recensione completa di emilStorie di kung fu al tempo di Roma 2025: Mainetti si lascia andare a filmare acrobazie (ma molte sequenze, pur in presa diretta, sono spezzate dal montaggio), ricorrendo in alcuni casi alla CGI. La storia fatica ad iniziare e il collegamento Cina-Italia è labile. L'intreccio, telefonato e pieno di buchi, non ripaga lo sforzo economico produttivo.
commento di maurri 63Mainetti finora non sbaglia un colpo e pure questo è consigliato.
leggi la recensione completa di tobanisUna piacevole sorpresa.....kung fu all'amatriciana, voto 7,5
commento di ripley2001Risultato fiacco. Non basta una bella scena di combattimento e l'incantevole Roma by night in stile Peck-Hepburn a risollevare il tutto, che si riduce ad una furente ragazza che mena a prescindere. Se dici ad un bimbo di immaginare il suo giocattolo perfetto e che gli sarà realizzato, non è detto che venga fuori un bel prodotto.
commento di marco lQualche bella scena e qualche bella azione ...e poi uno strabordante pulp in un trama sfilacciata.
commento di ezioUna cagata pazzesca.
commento di Tex MurphyDalla Cina con furore alla Roma resa celebre dal cinema, dal giro in Vespa di "Vacanze romane" al Marcello de "La Dolce Vita".
commento di ary29Il regista Gabriele Mainetti omaggia i film di arti marziali, di Bruce Lee (specie quello girato a Roma, dove il nostro e la deve vedere con un Chuck Norris giovane e sbarbato, nel Colosseo), ma anche il pulp tanto amato da Quentin Tarantino, rimanendo a Roma.
leggi la recensione completa di Marco PoggiIl Kung Fu finalmente si trasferisce a Roma. E Mainetti lo ingaggia, lo plasma e lo trasforma in un adrenalinico film d'azione d'altissimo livello.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliSol Levante e Caput Mundi in un tripudio di azione, squallore e dolcezza.
leggi la recensione completa di imperiormax89L’ultimo film di Gabriele Mainetti si chiama La città proibita ed è un film di arti marziali ambientato a piazza Vittorio, quindi un film cosiddetto di genere, ma di un genere assolutamente inedito in Italia… esattamente nello stile di Gabriele Mainetti…
leggi la recensione completa di cristianabinileoni