Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Qual era l'obiettivo principale di Yorgos Lanthimos quando decise di raccontare la storia di due giovani uomini i quali, convinti di una serie di teorie cospirazioniste, ordiscono un piano per prendere in ostaggio la potente CEO di un'azienda farmaceutica e poterla così sfruttare come moneta di scambio in una trattativa con gli alieni atta a liberare la Terra?
Viene da chiederselo dopo la visione di Bugonia, remake della pellicola sudcoreana Jigureul jikyeora! la quale, nella sua follia, già possedeva tutti gli elementi tematici e narrativi congeniali all'ironia grottesca dell'autore greco. Eppure, per quanto sembrasse tutto già apparecchiato, Lanthimos non spinge sul pedale dell'eccesso quanto ci si poteva aspettare, preferendo un approccio serio e quasi scevro di umorismo; ovviamente un senso ironico permea costantemente l'opera, ma con misura e sobrietà, e quando in alcuni momenti il gusto del regista per il dissacrante sembra poter prendere il sopravvento, questo si sgonfia, rivelando piuttosto un desolato cinismo preso con leggerezza.
Per tornare alla domanda iniziale, lo stesso Lanthimos ha dichiarato che la sua intenzione era quella di realizzare un ottimo prodotto d'intrattenimento con un messaggio chiaro e preciso; a mio modo di vedere, un obiettivo raggiunto, ma per il quale il regista ha sacrificato parte della sua forza creativa: Bugonia è un film che funziona, ma non stupisce, e soprattutto sbaglia nel dare più peso alla parola che alla rappresentazione. Nella scrittura di Will Tracy si sente un po' di maniera, mentre la regia di Lanthimos non perde i lampi di genio visivi che la caratterizzano e ne influenzano lo stile narrativo, pur restando un poco relegati ai margini di una messinscena eccessivamente verbosa.
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