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28 anni dopo

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

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La recensione su 28 anni dopo

di imperiormax89
9 stelle

"Memento Mori Memento Amori" Dott. Ian Kelson.

28 ANNI DOPO.

 

Diciott’anni dopo si riprende la saga iniziata nel 2002 con 28 giorni dopo insieme ai creatori Danny Boyle e Alex Garland, ritornati rispettivamente alla regia e alla scrittura. Il film è chiaramente il seguito dell’ancor sottovalutato 28 settimane dopo, ma per esigenze di messinscena e in parte di scrittura se ne distacca riuscendo ad essere se stante.

Aaron Taylor-Johnson, Alfie Williams

28 anni dopo (2025): Aaron Taylor-Johnson, Alfie Williams

 

La Gran Bretagna è ormai diventata da quasi trent’anni una zona di quarantena per il virus della rabbia che ha trasformato gli infetti in esseri aggressivi e sanguinari e insieme a loro anche varie comunità di abitanti non infetti intenti a sopravvivere. Entrambi sono completamente isolati dal mondo che nel frattempo ha prosperato e progredito e con l’ordine di sorvegliare i mari circostanti per impedire la fuga del virus. Nel frattempo il giovane Spike, il padre e la madre Jamie e Isla vivono in un villaggio nell’isola di Lindisfarne, protetta dall’alta marea e con una sola lunga strada collegata all’Inghilterra. Arriva per Spike il rito di iniziazione dove deve compiere la prima uccisione di un infetto, parte con suo padre nella terra contaminata e di lì scopre vari tipi di infetti e come si sono adattati negli anni. La svolta arriva quando Spike viene a sapere di un dottore particolare nella terra contaminata che potrebbe aiutare sua madre Isla malata di mente, così partono entrambi alla sua ricerca e durante il viaggio scopriranno vari misteri e rivelazioni riguardanti gli infetti e gli abitanti dell’Inghilterra.

Ralph Fiennes, Jodie Comer

28 anni dopo (2025): Ralph Fiennes, Jodie Comer

 

Sia la trama che la messinscena prendono spunti e rimandi ad altri film cult come Doomsday di Neil Marshall, gli zombi movie di George Romero, Apocalypse Now di Francis Ford Coppola e persino nel post apocalittico di George Miller. Quest’ultimo punto sarà la destinazione presa per il finale del film e probabilmente per i seguiti della nuova trilogia messa in cantiere.

Aaron Taylor-Johnson, Alfie Williams

28 anni dopo (2025): Aaron Taylor-Johnson, Alfie Williams

 

Per il resto il film vive di completa vita propria. Da una regia tecnicamente lodevole con inquadrature oblique, stacchi di montaggio frenetici, movimenti di smartphone sia lenti che movimentati, inquadrature fisse sia nei primi piani che nelle panoramiche e persino spezzoni brevi se non istantanei di film e documentari inseriti a raccontare molto il contesto con meno didascalie possibili. Senza contare i fermo-immagini al posto dei rallenty per dare risalto alle scene splatter e violente. Come nel primo film ritorna un bel utilizzo della musica, in primis nell’intro dove già si capisce la cattiveria e il gioco serio dei contenuti. Infine una bella fotografia regolata con l’uso di ben 15 IPhone 15 Pro messi al posto delle macchine e telecamere. Il ritmo è incalzante, ci sono molti momenti di tensione e sono accompagnati appunto dal montaggio e dalle inquadrature. Attori straordinariamente bravi, in primis il giovane Alfie Williams che riesce a regolare le espressioni in molte situazioni, Jodie Comer sempre ottima e stavolta con una buona dimestichezza tra la lucidità e la demenza patologica, Aaron Taylor-Johnson un’altra volta bene in parte e ormai molto lontano dall’orribile Kraven il Cacciatore e infine un magistralissimo, ai limiti del magnifico rettore, Ralph Fiennes dove interpreta un dottore molto profondo e simbolico a dir poco alla pari col Colonnello Kurtz.

Ralph Fiennes, Alfie Williams

28 anni dopo (2025): Ralph Fiennes, Alfie Williams

 

Alla sceneggiatura Alex Garland riesce a dare forza ai personaggi, descrive bene e ordinatamente le regole e le situazioni di questa Gran Bretagna post apocalittica alla stregua della Brexit con tutti i bonus e i malus dell’isolamento e mettendo bene in parallelo chi tra gli inglesi e gli esterni sono andati veramente a progredire. Il tutto con dei momenti di sottile ironia che non sono mai mancati nella saga. Gli infetti sono più brutali, sporchi e pericolosi, ma stavolta più evoluti come gli uomini delle caverne intenti a sopravvivere di caccia agli animali e a riprodursi e con l’aggiunta di maschi alpha mutati, intelligenti, giganteschi, forzuti e superdotati. Tutto ciò è però un pretesto per raccontare un’umanità socialmente regredita al medioevo o meglio che ripete le stesse dinamiche storiche in quanto messi alle strette dalle attuali condizioni di sopravvivenza. Dei personaggi ambigui che nascondono delle verità o mentono un po’ per egoismo e un po’ per apprensione. Inoltre sono memorabili e a dir poco simboliche, significative e persino toccanti le scene del parto e del monumento di teschi del dottor Ian Kelson, accompagnati dai “Memento mori” e “Memento Amori” come inni di una speranza, amore e di una cultura miracolosamente preservate in una terra devastata e abbandonata a se stessa. E dire che il contorno di quelle scene sono all'apparenza inquietanti e raccapriccianti, ma appunto Boyle e Garland creano quel tocco di magia di questi tempi diventato raro.

scena

28 anni dopo (2025): scena

 

Il tanto discusso finale, dopo una buonissima chiusura narrativa, diciamo che è soltanto un inarcamento alla Edgard Wright per spalancare le porte ad una nuova realtà ricca di sorprese in via di sviluppo.

 

E così speriamo in un seguito quanto meno decoroso, ma almeno a scrivere c’è sempre il buon Alex Garland, il che non mancheranno di sicuro dinamiche molto interessanti da scoprire.

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