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Predator: Badlands

Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film

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La recensione su Predator: Badlands

di giurista81
7 stelle

Dan Trachtenberg prende gusto alla saga Predator e, dopo aver diretto Prey (2022) nonché il film d'animazione Predator - Killer dei Killer (2025), accetta la sfida di confezionare anche il nono capitolo della serie (conteggiando nel novero i due Alien vs Predator). Compito tutt'altro che semplice, a fronte di un tema già ampiamente trattato. Il regista di Filadelfia, tuttavia, concepisce un soggetto vincente, che riesce a proporre il predator in un'ottica profondamente diversa da quanto visto in precedenza. Il punto di vista si sposta dalla prospettiva del predator. Non ci sono umani nel film, ma androidi umanoidi e creature extraterrestri. Patrick Aison, alla sceneggiatura, umanizza il personaggio e punta tutto sull'importanza dell'empatia e del riuscire a fare gruppo tra elementi di razze totalmente diverse (la metafora del lupo alpha). Ne viene fuori un film di formazione, dove il predator evolve dalla sua condizione iniziale prettamente spartana, arrivando a ribaltare i crudeli e brutali insegnamenti del padre a beneficio di rapporti dominati dalla fiducia e dal rispetto reciproco. L'ambientazione è del tutto extraterrestre. Vediamo dapprima il pianeta dei Predator e poi quello in cui vive la più temibile preda dell'universo, tra combattimenti e insidie naturali di ogni specie. Largo ricorso agli effetti speciali, con una vera e propria sequela di creature fantasiose che ricordano, al contempo, draghi, kaiju e dinosauri. Non si contano gli omaggi ad Alien (abbiamo un androide stile Bishop), Alien vs Predator (il predator che stringe alleanze e riconosce i meriti dei collaboratori) e persino a 47 Ronin (scena del bestione simile a un rinoceronte che viene diviso in due con una spada), Godzilla (il mostro indistruttibile) e al romanzo di Brian Keene The Lost Level (il mostriciattolo aiutante che accompagna il due di protagonisti). Brilla la doppia interpretazione di Elle Fanning che incarna, a sua volta, le due distinte caratterizzazioni del predator: da una parte la cinica e inaffettiva esecutrice di ordini e, dall'altra, la sognante ed empatica amica dei mondi e degli animali.

Forsennato il ritmo, a beneficio di un'azione prosseché continua. Mozzafiato gli scenari naturalistici (echi dal Dune di Villeneuve). Per essere un nono capitolo, è un film notevole. Bravo Trachtenberg a discostarsi dall'impostazione classica.

 

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