Regia di Ken Scott (II) vedi scheda film
Diamo subito un taglio netto alla titolazione: sia quella inglese (“Once Upon My Mother”), e peggio mi sento con quella italiana (“Chiedimi Chi Era Mia Madre”), sono un torto imperdonabile all’originale “Ma Mère, Dieu et Silvie Vartan”. In Italiano non sarebbe nemmeno suonata tanto male: “Mia Madre, Dio e Silvye Vartan”, ma forse mettere “Dio” in un titolo è sempre un azzardo; Silvye Vartan non credo.
E’ che Silvye Vartan è il Jolly che pesca Ken Scott, e lo gioca in un film che nella sua prima parte (fin quando Roland è bambino) è un vero capolavoro di ironia, umanità, simpatia, pathos, allegria.
Nella seconda parte, quando Roland è adulto, il film però si appiattisce, cerca quegli agganci melodrammatici che nel primo tempo aveva così ben esorcizzato impantanandosi un po’ in risvolti narrativi che pure sarebbero stati ben riusciti se solo avessero conservato la freschezza, l’ingenuità, direi la verginità della prima parte.
Leila Bekhti è strepitosa. La madre che interpreta è strepitosa.
Silvye Vartan (se non fosse stato che anche Patty Pravo con la quale colpevolmente condivide una ipsilon) credevo fosse morta. Invece ancora no. Auguri.
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